Berlusconi al Senato dopo 9 anni: “Sono un uomo di pace e ho sempre lavorato in accordo con Ue, Nato e Usa”

26 Ott 2022 20:16 - di Eugenio Battisti

“Ho tante cose da dire e sono felice di essere qui”. Sono le prime parole dell’attesissimo intervento di Silvio Berlusconi, ritornato a Palazzo Madama dopo 9 anni. Prima di entrare nel vivo della sua ‘arringa’ il Cavaliere strappa il primo applauso dando la notizia della nascita del 17esimo nipotino. “Se oggi per la prima volta alla guida del paese c’è un esponente della destra italiana è possibile perché 28 anni fa è una nata una formazione plurale con destra e centro insieme. Che non si è mai divisa. Che ha saputo governare e stare insieme all’opposizione”, ha detto Berlusconi rivendicando la primogenitura di un percorso che viene da lontano all’insegna della stella polare della libertà.

Berlusconi: “In 28 anni abbiamo scritto pagine straordinarie”

È lui che ha dato vita 28 anni fa al centrodestra e oggi si presenta nei panni del padre nobile. “Abbiamo scritto pagine straordinarie”, ha ripetuto con malcelato orgoglio. “Senza ripercorrere i nostri successi. Voglio solo dire che non abbiamo mai approvato una legge che limitasse gli spazi di libertà dei cittadini”, ha detto rivolgendosi a una Giorgia Meloni particolarmente attenta e concentrata. E che al termine dell’intervento si è alzata in piedi partecipando alla standing ovation tributata al Cavaliere.  “Voteremo convintamente la fiducia a questo governo”, ha ripetuto due volte. “E  da domani  lavoreremo con spirito costruttivo”, ha aggiunto garantendo al presidente del Consiglio l’appoggio totale di Forza Italia.

“Serve una riforma garantista della giustizia”

Un intervento a tutto tondo, dall’economia alla politica estera, dal fisco alla guerra russo-ucraino quello di Berlusconi, che ha apprezzato le parole “definitive e condivisibili” di Giorgia Meloni su diritti, pace fiscale e abbassamento dei costi dell’energia per imprese e famiglie. Come era prevedibile, si è soffermato lungamente sulla riforma della giustizia. “È  una priorità irrinunciabile, per una questione non solo di durata ragionevole dei processi. Serve una riforma davvero garantista, non contro la magistratura, ma per il diritto, per l’equità, per la libertà”.

“Sono un uomo di pace, confermo la solidarietà all’Occidente”

Parole nette e inequivocabili sul posizionamento internazionale a smentire la narrazione di un Cavaliere timido nei confronti dell’appoggio a Kiev. ”Noi non possiamo che confermare la nostra solidarietà all’Occidente, io, lo sapete, sono sempre stato un uomo di pace”, ha detto dopo aver ricordato il miracolo di Pratica di Mare, annullato con l’invasione di Mosca dell’Ucraina. “Di fronte all’attuale situazione non possiamo che ribadire e consolidare le linee portanti della nostra politica estera. E cioè la solidarietà con l’Occidente. Quella solidarietà che ha sempre caratterizzato i nostri governi. E che deve essere patrimonio comune della nazione. Soprattutto di fronte alle minacce internazionali vecchie e nuove. Io sono sempre stato un uomo di pace e i miei governi hanno sempre operato per la pace. E sempre in pieno accordo con i responsabili di governo dell’Europa, della Nato e degli Stati Uniti. Come ho avuto modo di ricordare solennemente davanti al Congresso americano”.

“Affettuosi auguri al governo per i prossimi 5 anni”

E ancora un passaggio sulle politiche sociali e sui diritti. “Nelle nostre decisioni dobbiamo poi mettere al centro di tutto la persona. Portatrice per sua natura di diritti che non sono concessi dallo Stato. Ma che lo Stato ha il dovere di garantire e di tutelare. Siamo quindi per la tutela della vita, dal concepimento alla morte naturale, siamo per il sostegno alla natalità, siamo per la difesa e la valorizzazione della famiglia e della sua funzione sociale irrinunciabile. Sono tutti temi sui quali il nostro governo, ne sono certo, saprà intervenire con coraggio, e con senso di responsabilità”. Poi la conclusione: “Al presidente del Consiglio e al governo, i miei, i nostri migliori più convinti a affettuosi auguri per tutti i prossimi cinque anni di lavoro”. Ed è standing ovation.  I primi ad applaudire i senatori azzurri, che si levano tutti in piedi. Poi i ministri, a partire da Salvini e Tajani. Anche il primo presidente del Consiglio donna della storia repubblicana è in piedi ad applaudire l’ex premier.

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