Berlusconi gela i gufi: «Massima fiducia in Giorgia. Ha la grinta giusta per guidare l’Italia»
Nessuna revanche («non ho alcuno spirito di rivalsa») e nessun suggerimento al futuro premier («Giorgia non ha bisogno dei miei consigli»), ma tanta disponibilità a far camminare bene il futuro governo. A parlare, in un’intervista al Giornale, è Silvio Berlusconi, fresco di elezione al Senato dopo un forzato esilio durato nove anni. Vi fu espulso per effetto dell’applicazione della legge Severino a seguito di una ingiusta condanna per frode fiscale. Dopo anni di inseguimento, le toghe politicizzate avevano acchiappato la preda. Una ferita per Berlusconi, ma anche per il Paese, che da allora ha dovuto attendere più di due lustri prima di riottenere un governo espressione della volontà popolare.
Berlusconi intervistato dal Giornale
«Spero che quella stagione possa essere finalmente alle nostre spalle», auspica il diretto interessato tornando a chiedere una riforma della giustizia non punitiva verso la magistratura ma che, al contrario, «valorizzi la professionalità e la correttezza istituzionale dei tanti magistrati per bene». Si vedrà. Il ritorno del Cavaliere in Parlamento coincide con il ritorno del centrodestra a Palazzo Chigi. A guidarlo sarà un premier donna e giovane, Giorgia Meloni. In lei il già quattro volte presidente del Consiglio ha totale fiducia. «Ha la massima determinazione e la lucidità necessarie per guidare il Paese in un momento così difficile», assicura. «Io personalmente – aggiunge – sarò al suo fianco quando sarà utile farlo nell’interesse del Paese».
«Saldi nel nostro sistema di alleanze»
Ai gufi che tifano contro l’Italia prefigurando chissà quali scenari, Berlusconi replica ricordando che il nuovo governo terrà la nazione ben salda nel suo sistema di alleanze. Nessuna avventura, ma anche nessuna tutela esterna. Vale soprattutto in ambito Ue, contesto rispetto al quale rivendica il ruolo di «equilibrio» di Forza Italia. Naturalmente non sarà una passeggiata: la guerra in corso ad Est, le sanzioni alla Russia, la penuria di materie prime e il rincaro delle bollette sono problemi enormi. Sul punto l’ex-premier non esclude, «se necessario», uno scostamento di bilancio.
«Salvini al Viminale? Matteo non ne fa un caso personale»
Ma è sul Pnrr («il piano Marshall della nostra generazione») che focalizza la sua attenzione: «È necessario che rimanga fuori dalle polemiche». Berlusconi condivide con la Meloni l’obiettivo di una squadra di alto profilo. «Il primo criterio di scelta per i ministri sarà l’efficienza», dice. Per poi assicurare: «Non ci sono veti tra alleati sui nomi». Quanto alle polemiche artatamente sollevate dalla stampa di sinistra circa la presunta ostinazione di Salvini a puntare alla poltrona del Viminale, il Cavaliere taglia corto: «Il leader leghista – spiega – non ne fa una questione personale. Vuole una linea ferma sull’immigrazione».