Lula non vince e il partito di Bolsonaro è primo: la sinistra si consola con le prime deputate trans
Le elezioni non sono andate come speravano: Lula non è riuscito a vincere e Bolsonaro è andato molto meglio del previsto, con il suo Partido Liberal che si attesta come primo al Congresso. Ma la sinistra brasiliana ha trovato comunque qualcosa per cui festeggiare: l’elezione delle deputate transgender Erika Hilton e Duda Salabert.
La sinistra si consola con l’elezione delle deputate transgender
Le due, prime transgender elette alla Camera, promettono che si batteranno per i diritti della comunità Lgbt. «Lasceremo gli angoli delle strade, le prigioni, gli angoli del crack e della prostituzione per iniziare a pensare politiche pubbliche e legislazioni», ha detto Hilton.
I socialisti portano in parlamento due esponenti della comunità indigena
Da registrare anche l’arrivo alla Camera di Sônia Guajajara, attivista delle comunità indigene brasiliana che Time magazine quest’anno ha inserito nella lista dei 100 più influenti nel mondo, e Célia Xakriabá, un’altra attivista indigena. Le due donne, però, non sono state elette con il Partito dei lavoratori di Lula, ma con il Psol, il Partito socialismo e libertà nato in dissenso proprio dal partito dell’ex presidente. La promessa di Guajajara e Xakriabá è battersi per difendere i diritti delle comunità indigene, in opposizione alle politiche di Bolsonaro. Tra le file degli ambientalisti, Marina Silva, che è stata ministro dell’Ambiente del primo governo di Lula, è stata eletta a San Paolo, insieme a Guilherme Boulos, quarantenne esponente del Partito socialismo e libertà considerato un possibile futuro leader della sinistra brasiliana. A Rio de Janeiro è stato eletto invece Henrique Vieira, uno dei pochi leader evangelici a non essere schierato con Bolsonaro.
Lula non vince e il partito di Bolsonaro è primo: delusione per la sinistra
Quanto al Partido Liberal di Bolsonaro al Congresso si è aggiudicato 99 dei 513 seggi, diventando così primo partito. Anche al Senato ha conquistato 13 seggi, garantendosi anche qui la maggioranza insieme ai 12 degli alleati di Unión Brasil. Se Lula riuscirà quindi ad imporsi come presidente al ballottaggio di fine mese, mantenendo il vantaggio registrato ieri, sarà comunque quanto mai difficile per lui governare con una maggioranza così conservatrice in entrambe le Camera. Tra i nuovi senatori vi sono diversi ex ministri di Bolsonaro, compreso l’ex ministro della Giustizia, Sergio Moro, che è stato il giudice che ha condannato Lula per corruzione nel 2017, dichiarato poi “non imparziale” dalla Corte Suprema quando annullò le condanne dell’ex presidente.