Burioni è positivo al covid: “Niente di grave. Se non avessi fatto la quarta dose sarei in ospedale”

10 Ott 2022 14:01 - di Alessandra Danieli

Colpito dal covid, ma niente di grave. Roberto Burioni, in collegamento da casa a Che tempo che fa, annuncia di essere positivo. Ma di aver contratto il virus in forma lieve grazie alla vaccinazione. “Il vaccino fa sì che io possa essere qui e non in ospedale, con febbre, tosse, mal di testa e una voce alla Barry White. Tutto sommato è una malattia che non è particolarmente grave. Questo grazie al vaccino. Io ho fatto la settimana scorsa la quarta dose, penso che questo sia stato importante per far sì che la malattia non sia grave”. Su Twitter il televirologo aveva comunicato la sua ultima vaccinazione esortando a fare altrettanto. “Consiglio a chi può di fare lo stesso, i casi stanno aumentando ed è meglio farsi trovare con una protezione supplementare. Garantita da tutti i vaccini disponibili. Meglio un uovo oggi che il covid  domani. La quarta dose funziona”.

Burioni positivo al covid: senza vaccino sarei in ospedale

Oggi spiega l’apparente contraddizione. “Dobbiamo prendere atto di una cosa”, chiarisce Burioni, docente all’Università del San Raffaele di Milano. “Lo scenario è completamente cambiato da quello dello scorso anno con l’arrivo della variante Omicron 1 e 2 prima. E poi la variante Omicron 5 poi, che io mi sono molto probabilmente preso”. Insomma la protezione del vaccino dall’infezione non è efficace come nel caso dellavariante Delta. E quindi aveva un senso renderlo obbligatorio per i sanitari e il Green Pass. Oggi il vaccino è molto efficace nell’evitare conseguenze molto gravi. A meno di vaccini miracolosi, spiega Burioni, con questo virus dobbiamo conviverci.

“Dobbiamo convivere con il covid, l’approccio cinese non funziona”

Non possiamo in questo momento pensare a nuovi lockdown, alla chiusura delle scuole, dobbiamo accettare che questo virus circoli. L’approccio alla cinese non funziona – puntualizza – ed è molto dannoso per l’economia e tante altre cose”. Come muoversi allora? “Dobbiamo far sì che questo muro d’immunità che ci protegge dalle conseguenze gravi sia il più forte possibile. E possiamo farlo con i vaccini. In generale dobbiamo ricordarci che una malattia così contagiosa, anche se causa una sindrome lieve, può portare gravi danni. Non tanto al singolo, ma alla collettività. Io domani non andrò in ospedale e non farò lezione, se si contagiano un gran numero di guidatori di autobus, il trasporto pubblico si ferma. Così come per scuole e ospedali. La legge dice che oggi le mascherine non sono obbligatorie, ma dice anche che posso tenere aperta la mia decappottabile quando piove. Però io non lo faccio. Dobbiamo agire con il buonsenso. Usare la mascherina quando siamo in zone affollate, al chiuso come in un teatro, in un cinema, in un treno. Vorrei invitare chi sta male a non andare a lavorare, state a casa. È una regola generale, che valeva anche nel 2018 quando c’era solo l’influenza”.

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