Capezzone: disordini alla Sapienza? Se fossero stati studenti di destra li avrebbero chiamati squadristi
«Propongo una simulazione: immaginiamo cosa sarebbe successo se in questi giorni, più o meno sotto l’anniversario della Marcia su Roma, fossero stati gli studenti di destra facinorosi a provare a impedire una conferenza di un’organizzazione di sinistra, tentando di impedire l’intervento di un commentatore progressista. Si sarebbe gridato allo squadrismo invece in questo caso, a quasi trenta ore dall’avvenimento, neanche una personalità di sinistra ha ritenuto di difendere la possibilità mia di esprimermi e dei giovani di Azione universitaria di organizzare un regolare convegno». Lo afferma all’Adnkronos Daniele Capezzone, tra i relatori della conferenza organizzata ieri da Azione universitaria all’Università La Sapienza con un tentato blitz dei collettivi universitari di sinistra e momenti di tensione.
Capezzone sui disordini a La Sapienza
«Tutto questo mi fa stare in pensiero; come se per qualcuno a sinistra o nel mondo intellettuale la libertà di parola valesse solo per chi la pensa in un certo modo», continua Capezzone aggiungendo di essere riuscito entrare e uscire dalla conferenza «solo perché scortato dalla polizia e i partecipanti alla conferenza erano asserragliati perché fuori i manifestanti sembravano intenzionati a irrompere».
«Non si scherza con il fuoco»
«Un conto è il diritto a dissentire, che per me è sacro, un altro conto è pensare di imbavagliare gli altri, di impedire una manifestazione per presentare come fascista un liberale come me», prosegue Capezzone. Su un clima che rischia di farsi teso anche nei prossimi mesi Capezzone conclude: «Dico a tutti che non si scherza con il fuoco. Se la sinistra, giovane o anziana, che si trova nel ruolo dell’opposizione, dovesse scegliere la carta rischiosa di sfiorare il contatto fisico sappia che, quando si gioca con il fuoco ci si può bruciare e possono venir fuori conseguenze dolorose. Sconsiglio a tutti questa strada».