Luciana Castellina processa il Pd: «È un partito governista, lontano dalle donne e dai giovani»
“Il Pd non è di sinistra. È un partito governista, lontano dalle donne e dai giovani”. È tranchant il giudizio di Luciana Castellina, scrittrice e giornalista, protagonista della vita della sinistra italiana dai tempi del Pci. Classe 1929,femminista storica, ex militante e deputata del Pci. Da sempre nume ingombrante per l’apparato tanto da venire ‘radiata’ dal partito per aver fondato il Manifesto.
L’attacco di Luciana Castellina al Pd: non è di sinistra
Intervistata da La Stampa, è durissima con la deriva dem degli ultimi anni. Che ha snaturato l’identità della sinistra per inseguire gli elettori di centro. “Stare al governo di per sé non è necessariamente una buona cosa. Le grandi riforme, dal divorzio all’aborto, sono state approvate quando la sinistra non era al governo. Questa smania è arrivata dopo ed è un problema”.
Il partito di Letta non è riformabile, non ha più la cultura
Del partito di Letta non salva nulla. “Non credo che il Pd sia riformabile come partito di sinistra. Non ne ha più la cultura né le persone. Ci sono altre sinistre che devono crescere, nascere, organizzarsi”, dice la Castellina che ha scelto Sinistra Italiana. La mission perduta è quella storica: cambiare la società, interpretare i processi, dare parola agli ultimi. Dare risposte al disagio delle classi più deboli. Obiettivi ignorati dal Pd che smania per sedersi a Palazzo Chigi. Da molto tempo il Pd è un partito centrista, accusa. “Va rinominato. Il Pd è nato sulla base di un equivoco, è il frutto di diverse trasformazioni del partito comunista, ogni volta perdendo un pezzo”.
Il distacco incolmabile tra politica donne e giovani
“Il problema – incalza la scrittrice – è che c’è un forte distacco tra alcune spinte sociali, come quelle che arrivano dai giovani e dalle donne, e la politica istituzionale. In tutta l’Europa la sinistra è in crisi come sempre avviene nei momenti di grandi cambiamenti della storia. Il modello democratico e di sinistra era fondato su un grande aumento della produzione industriale. E in una redistribuzione delle risorse che avrebbe dovuto creare una società più equa. Se questo non si avvera ci sono le premesse per dare vita a una situazione di disagio. Che produce forze di tipo autoritario e populista”.
Luciana Castellina: una donna premier? Mi fa quasi piacere
Per uscire dalla palude la sinistra deve fare cose di sinistra. “Mettere in discussione questo sistema che produce cose superflue. Costruire un’altra cultura e forme di partecipazione nei Paesi e nelle comunità”. Della nuova stagione di governo a trazione Fratelli d’Italia teme, neanche a dirlo, la deriva conservatrice e populista. Anche se l’idea di avere in Italia per la prima volta una donna premier non le dispiace. “Mi fa quasi piacere. Finalmente si rompe un equivoco”.
Il problema non è avere più donne in Parlamento
Ma per Luciana Castellina il problema non sono le quote rosa. La retorica della rappresentanza di genere non l’ha mai appassionata.”Si pensa che la battaglia delle donne sia occupare i posti degli uomini. Non è così, non vogliamo i posti degli uomini e non ce ne frega niente di diventare come loro. Vogliamo cambiare la società e vivere in un mondo che riconosca la differenza di genere”. Il ritardo è trasversale. “Il Pd, e tutto il centrosinistra, hanno una delle quote più basse di donne elette”. Un segnale comunque poco incoraggiante.