Cina, singolare protesta a tre giorni dal Congresso del Pcc: striscioni contro Xi. «Dittatore e traditore»
Striscioni contro Xi Jinping in Cina a Pechino, a tre giorni dall’inizio del XX congresso del Partito comunista che lo incoronerà per un terzo mandato, un inedito nella storia.
Cina, protesta contro Xi Jinping
Alcune foto circolate sui social media, riferisce la Cnn, mostrano due striscioni appesi a un ponte, e subito rimossi, con su scritto: «Dite no al test Covid, sì al cibo. No al lockdown, sì alla libertà. No alle bugie, sì alla dignità. No alla rivoluzione culturale, sì alla riforma. No al grande leader, sì al voto. Non siate schiavi, siate cittadini». E ancora: «Scioperate, rimuovete il dittatore e il traditore nazionale Xi Jinping». La Cnn non è stata in grado di verificare in modo indipendente le immagini, ma le ha geolocalizzate sul ponte Sitong, un cavalcavia sulla Terza circonvallazione di Pechino, nel distretto di Haidian.
Cina, domenica il XX congresso del Partito comunista
Una protesta che arriva proprio mentre gli occhi del mondo puntati su Pechino, dove domenica si aprono i lavori del XX Congresso nazionale del Partito comunista cinese. Xi Jinping si avvia a consolidare ulteriormente il suo potere, va verso un terzo mandato da leader, da segretario generale del Partito con più di 96 milioni di membri. Controllo del partito, dello Stato, dei militari. Restando al potere a 69 anni Xi “violerebbe” la regola non scritta sul limite di età che prevede che gli alti funzionari che hanno 68 anni vadano in pensione al momento del Congresso.
Occhi puntati su “Zero Covid” e su Taiwan
Il Congresso – appuntamento cruciale per la politica cinese che si tiene ogni cinque anni in un gigante asiatico che fa i conti con le conseguenze della linea ‘Zero Covid’, con le conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina e le fragilità della sua economia – si apre con il segretario generale che legge la relazione di lavoro che “sintetizza” i risultati ottenuti dal Partito negli ultimi cinque anni e indica la direzione per i prossimi cinque. Gli occhi sono puntati sulla politica “Zero Covid” su cui continua a insistere il gigante asiatico, sull’economia ma su anche Taiwan, l’isola di fatto indipendente che Pechino vuole “riunificare”.