“Compro Oro”: boom di vendite dei gioielli di famiglia per pagare le bollette: la mossa disperata
Il caro bollette, l’aumento dei prezzi al supermercato con un’inflazione che sfiora ormai il +9% su base annua, per non parlare dell’aumento dei carburanti benzina e soprattutto diesel. Arrivare a fine mese per gli italiani con redditi bassi è sempre più difficile ed ecco che si ricorre alla vendita dei gioielli di famiglia pur di avere un po’ di liquidità in più. E già si parla di boom dei ‘Compro Oro’ mentre minor successo riscuotono gli sportelli dei Monti di Pietà. E’ lo scenario fotografato dall’Adnkronos in una inchiesta flash tra gli operatori di questi settori del commercio e della finanza.
Boom dei ‘Compro Oro’: costretti a vendere i gioielli per pagare le bollette
I poveri ormai non hanno più nulla da vendere
Una situazione che viene fotografata analogamente da un altro osservatorio, quello del credito su pegno a cui si rivolgevano in passato molte famiglie con la speranza di poter riscattare l’anello o le posate d’argento ereditate dai nonni.. “Bisogna tener conto che le persone più povere hanno perso ormai tutti i gioielli di famiglia perché da venti anni i Compra Oro hanno drenato questa ricchezza e quindi tantissime famiglie che sono rimaste bisognose non possono più accedere al credito su pegno”. E’ quanto sostiene Pierluigi Oliva, segretario di Assopegno, l’associazione italiana di riferimento degli Istituti di credito su pegno, interpellato dall’Adnkronos.
Chi va dai “Compro Oro: anche media-alta borghesia
“Chi accede al credito su pegno non sono i poverissimi ma la media, alta borghesia, e lo dimostra il fatto – riferisce Oliva – che oltre il 95% dei prestiti, che in media è di mille euro, viene riscattato. Si tratta di persone che hanno dei gioielli anche di un certo valore, mentre più del 50% degli italiani possiede solo la fede nuziale”. Il credito su pegno “è un canale che non è alternativo ai ‘Compra Oro’ ma per ottenere una liquidità aggiuntiva: verosimilmente chi prende un prestito tiene a riscattare il bene dato in pegno”. Questo settore è asfittico in Italia vale meno di 1 miliardo di euro mentre i negozi di compravendita oro stanno aumentando del 20%, anche se rispetto al numero di una decina di anni fa si sono ridotti notevolmente, se prima ce n’erano uno ogni 4-5 mila abitanti ora la proporzione è uno ogni 15mila abitanti.