Covid e varianti, la figlia di Centaurus si rivela la più insidiosa: sfugge agli anticorpi. Lo studio
Covid e varianti, una ricerca svela perché l’ultima figlia in casa Omicron si rivela la più dura. «Un’ampia capacità di fuga dagli anticorpi neutralizzanti». Sarebbe questa, secondo uno studio pubblicato su The Lancet Infectious Diseases, la caratteristica che rende la sotto-variante di Centaurus – che gli esperti hanno ribattezzato sui social Chiron – più pericolosa della “mamma”. Almeno sulla carta… Stiamo parlando del sottolignaggio BA.2.75.2, che balza all’attenzione dei ricercatori nei test condotti da un gruppo di scienziati dello svedese Karolinska Institutet e di altre istituzioni scientifiche (il Politecnico federale Eth di Zurigo, l’Imperial College di Londra).
Covid e varianti, la figlia di Centuarus più insidiosa che mai
Obiettivo degli autori dello studio appena pubblicato: caratterizzare l’evoluzione della resistenza da parte del coronavirus Sars-CoV-2 all’immunità a livello di popolazione. E capire anche se le nuove varianti Covid che stanno emergendo sono ancora sensibili agli anticorpi monoclonali che abbiamo a disposizione. Oppure no. Gli esperti, Daniel J Sheward (affiliato al Karolinska Institutet e all’University of Cape Town in Sudafrica) e colleghi, hanno valutato la sensibilità delle varianti all’attività di neutralizzazione da parte del siero di donatori di sangue casuali a Stoccolma.
Lo studio che ha portato a questa teoria sulle varianti del Covid
In particolare, per lo studio sono stati presi in considerazione tre archi temporali, per l’esame dei campioni di una coorte di novembre 2021, cioè prima dell’emergere della variante Omicron. Di una coorte di aprile 2022, dopo una grande ondata di infezioni Covid (guidata da Omicron 1 e poi da Omicron 2) e dopo l’introduzione delle terze dosi di vaccino. E di una coorte di settembre 2022, dopo la diffusione di Omicron 5 (BA.5).
Covid e varianti, in esame gli anticorpi sierici di 3 diversi archi temporali della pandemia
In tutti e tre i punti temporali, gli anticorpi sierici avevano una capacità di neutralizzazione di BA.2.75.2 significativamente inferiore rispetto a tutte le altre varianti testate. In altre parole Chiron sembra essere in grado di sfuggire maggiormente all’immunità. Due mutazioni – R346T e F486S – hanno contribuito a conferire questa dote alla figlia di Centaurus. Migliorando significativamente la resistenza di BA.2.75.2 rispetto alla “mamma” BA.2.75.
Ecco perché l’attenzione degli studiosi resta alta su questo gruppo di varianti
Gli esperti entrano nel dettaglio dello studio. E segnalano, per esempio, che il 56% dei campioni di siero di novembre 2021 – epoca pre Omicron – avevano dei titoli di anticorpi neutralizzanti al di sotto del limite di rilevabilità contro Chiron. Tanto che tutti i dati raccolti, presi insieme, concludono con identificare una «profonda fuga dagli anticorpi da parte del sottolignaggio emergente Omicron BA.2.75.2. Suggerendo quindi che la sotto-variante figlia di Centaurus elude efficacemente l’attuale immunità umorale nella popolazione». Ecco perché l’attenzione degli studiosi resta alta su questo gruppo di varianti.