Covid, il ministro Schillaci: «La malattia è cambiata, verso un ritorno a maggiore libertà»
«Oggi la malattia da Covid è completamente diversa da quella che c’era una volta e quindi stiamo vedendo di fare in modo che man mano ci possa essere un ritorno ad una maggiore libertà». Lo afferma il ministro della Salute Orazio Schillaci rispondendo alle domande dei giornalisti sulla situazione Covid, a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Tor Vergata di Roma. Quanto poi alla scadenza dell’ordinanza di obbligo di mascherine in ospedale e la possibilità di non prorogarla il ministro spiega: «Ci stiamo lavorando, nel rispetto dei pazienti».
Una commissione d’inchiesta? «Utile fare chiarezza»
Sulla possibilità di una commissione d’inchiesta sulla gestione Covid, Schillaci è convinto che «sia utile fare chiarezza su quanto successo dal punto di vista amministrativo, come ieri è stato detto chiaramente dal primo ministro Meloni. Questo – sottolinea – l’aspetto più importante e tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione sono d’accordo. Andare a vedere cosa è stato fatto sugli acquisti. Credo che sia corretto per dare un segnale ai tanti malati».
Schillaci: «Dobbiamo investire su ricerca e giovani»
Il ministro della Salute poi assicura che «da oggi i soldi pubblici saranno spesi in maniera attenta e oculata». E puntualizza: «Dobbiamo investire in ricerca e giovani, le due componenti a cui questo governo darà grande attenzione».
«Guardo con ottimismo al futuro»
«Ho imparato molto in questi tre anni, tre anni complicati dal Covid – spiega ancora – Abbiamo dovuto cambiare il modo di fare l’università da un giorno all’altro. L’università è in presenza, è fatta di scambi tra docenti e studenti. Ma il nostro ateneo e tutte le università italiane sono state pronte fin da subito. Oggi per me la maggiore soddisfazione è vedere un’aula piena di studenti – sottolinea il ministro della Salute, Schillaci – che raccolgono i messaggi positivi che mi spingono a guardare con grande ottimismo al futuro».
Prevenzione, screening e malati oncologici
E infine: «Quello che mi preme è che tutti i malati che sono rimasti indietro in questi anni, penso alla prevenzione, agli screening e ai malati oncologici possano finalmente avere una sanità migliore, più equa, che non dipenda dalla disponibilità economica, da dove uno è nato o dove abita in Italia».