Covid, Rampelli: “L’emergenza è finita 6 mesi fa, teniamo alta la guardia ma basta allarmismi e processi”

31 Ott 2022 13:25 - di Redazione

“Non stiamo più in stato di emergenza da sei mesi. Dobbiamo rassicurare le persone e lavorare sulla prevenzione. La stragrande maggioranza degli italiani si è vaccinata pur senza obbligo. Questo significa che si può lavorare sulla prevenzione e persuasione. C’è spazio per convincere gli scettici. E sarebbe utile che l’Italia ridesse vigore al progetto di varo di un nostro vaccino”. Parole chiare quelle di Fabio Rampelli, ospite di Agorà su Rai Tre, di fronte alle polemiche preventive sulle mosse del nuovo governo in materia di covid.

Rampelli: l’emergenza è finita, ora lavoriamo sulla prevenzione

Dopo aver sottolineato che l’aggressività del virus è diminuita insieme all’indice di contagio, rassicura sulla proroga dell’uso delle mascherine nelle struttura sanitare. Il decreto del governo Draghi scade alla mezzanotte. “Le mascherine verranno ancora indossate nei luoghi sensibili, ospedali e Rsa in testa“, annuncia il vicepresidente della Camera. “A protezione dei più fragili”. Nessuno scandalo sul reintegro dei medici non vaccinati. “Sono stati  giustamente sanzionati con la sospensione dal lavoro e dallo stipendio. Ora saranno reintegrati con 60 giorni di anticipo rispetto alle previsioni del vecchio governo. Semplicemente perché c’è una grave assenza di medici e operatori sanitari. I cittadini pagano le tasse e hanno diritto a essere curati”.

Il reintegro dei dottori non vaccinati è necessario per la scarsezza dei medici

“Se oggi – aggiunge Rampelli – gli italiani possono godere del diritto di cura è grazie ai medici e agli infermieri che fanno letteralmente i salti mortali”. Tra le cause della scarsezza di operatori sanitari anche il numero chiuso nelle facoltà di Medicina. “Che personalmente ritengo debba essere rimosso dotando le università di strumenti idonei. Per garantire adeguata formazione e specializzazione”. La selezione deve avvenire naturalmente nei corsi di laurea, spiega il deputato di FdI, che nella scorsa legislatura ha presentato  una mozione per abolire il numero chiuso. “Fosse stata approvata oggi non staremmo a chiedere medici da Cuba. Bisogna cambiare l’approccio. E respingere questa veemenza con cui si parla ancora del Covid. Non stiamo più a due anni fa. Ed è giusto ricucire gli strappi e i traumi dolorosi di questo periodo. Anziché investire sulle contrapposizioni”.

Rave party, nessuna persecuzione ma il rispetto della legge

Sul capitolo rave party, spiega, non c’è alcun intento persecutorio. Ma “è inaccettabile che migliaia di persone si ritrovino in un capannone per un’iniziativa illecita, non annunciata. La legge è uguale per tutti. Ciò che appare paradossale – aggiunge – è la mancanza di intelligence e prevenzione. Come si possono spostare e concentrare 3000 persone provenienti da mezza Europa in un posto senza che nessuno se ne accorga, consentendogli ogni illegalità?”.

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