Di Maio tragicomico, si dimette da se stesso: lascia la segreteria del suo partitino, Impegno civico

24 Ott 2022 8:37 - di Gabriele Alberti
Di Maio

La parabola tragicomica di Luigi Di Maio. Le agenzie battono la notizia che l’ex ministro degli Esteri si è dimesso da se stesso. Fa sapere infatti di avere lasciato il ruolo di segretario nazionale di Impegno civico, il partitino più rapido della storia politica italiana a nascere e a morire (quasi). Alla tornata elettorale del 25 settembre, si era fermato allo 0,6% di preferenze, ben al di sotto della soglia di sbarramento. Dopo l’esito, Di Maio era “scomparso” anche dai social, lui di solito sempre molto attivo. Chi avrebbe mai pensato che la sua performance in pizzeria, stile Dirty dancing, sarebbe stato il suo canto ( o ballo) del cigno. Non sarà rimpianto.Antonio Tajani in un laconico messaggio ufficiale ringrazia il suo predecessore “per il lavoro svolto” nelle parole di rito con cui si sancisce il passaggio di consegne della Farnesina. Segno che non c’era molto da trasmettere, probabilmente.

Luigi Di Maio, parabola dal finale tragicomico

Anche la stampa, per lo più,  non ha dato molto rilievo alla notizia, solo “boxini” come si dice in gergo. Fine infausta e ingloriosa per colui che aveva abolito la povertà…Tra i primi a commentare il passo indietro di Di Maio, Sergio Battelli. L’ex deputato del Movimento, che insieme a una sessantina di ex grillini lo aveva seguito nella “disavventura” di Impegno civico, ha detto: “È stato un onore amico mio – scrive l’ex parlamentare genovese postando una foto che li ritrae insieme sugli scranni DI Montecitorio -. L’amicizia e i rapporti umani non cambieranno mai come non cambierà mai la cattiveria e l’invidia della gente. Ad maiora semper”. Sarà per invidia e cattiveria che nessuno lo ha votato? E pensare che Bruno Tabacci lo aveva definito “Il mio figlio politico”…La capacità di longevità politica, con tutta evidenza, non si eredita…

L’esibizione in pizzeria, il suo ‘canto del cigno’

L’esibizione in pizzeria, a questo punto, è stata il suo canto del cigno, non è una battuta. Con la sua faccia ilare e giocosa, pensava che la politica fosse una passeggiatima, uno stage. Passato da essere, alla sola età di 26 anni, il più giovane vicepresidente della Camera dei Deputati, carica ricoperta dal 2013 fino al 22 marzo 2018; a ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale dal 5 settembre 2019 al 12 febbraio 2021 nel governo Conte II: poltrona riconfermata nel governo Draghi, fino alla carica lampo di segretario di Impegno Civico. Un impegno durato due soli mesi di vita. Non vorremmo infierire troppo, ma il commento di Feltri poco tempo fa ci sembra il più appropriato: “Fa tristezza”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *