Fermi tutti! La Schlein scende in campo: “Ora per la Meloni la pacchia è finita”. Una risata li seppellirà…
Elly Schlein scende in campo. Vuole essere lei l’anti-Meloni. Se ne parlava da giorni e ora lei ha rotto gli indugi. Repubblica ci informa che lascerà la vicepresidenza dell’Emilia Romagna per concentrarsi sull’attività in Parlamento con una promessa alle truppe rosse e arcobaleno: “E’ finita la pacchia, ma per la Meloni…”. E chissà, forse a destra se la ridono: non potevano sperare di meglio. Visto che Elly Schlein rappresenta tutto ciò che ha caratterizzato finora una sinistra perdente: radicalismo elitario, schwa, gretismo, immigrazionismo, ideologia gender.
Così la presenta Io Donna, un ritratto che gronda entusiasmo: “È una nerd asso dei videogiochi, ama il rock statunitense, Paese dove ha fatto la volontaria per sostenere la candidatura di Barack Obama sia nel 2008 che nel 2012 ed è laureata in giurisprudenza. Nel 2013 “conquista” Romano Prodi consegnandogli la maglietta con scritto “Siamo più di 101“. Nel 2014 viene eletta all’Europarlamento e un anno dopo rompe con il Pd per i contrasti con la linea di Matteo Renzi, in particolare sul Jobs Act. A questo punto parte l’avventura con Possibile di Pippo Civati, ma non funziona e così decide di “ballare da sola”. Si presenta così alla elezioni regionali dell’Emilia Romagna del 2020 con la lista “Coraggiosa”, di cui è capolista. La lista non supera il 4 per cento, ma la Schlein incassa oltre 22mila preferenze”.
E mentre più della metà della sinistra si interroga sul “fenomeno Meloni, la Schlein liquida così il suo discorso della fiducia: “Di Meloni dico che il suo mi è sembrato un discorso ideologico, identitario e con un impianto vecchissimo. Non ha detto una parola sulle diseguaglianze, sul precariato, si è parlato di lavoro solo per metterlo in contrapposizione al reddito di cittadinanza, come se Meloni non sapesse del problema gigantesco del lavoro povero. Non ha detto una parola sul clima. Doveva essere un discorso programmatico, ma è mancato il programma. Ho sentito molta retorica e poca concretezza, ma quella ce la metteremo noi dell’opposizione”.
Dopo il suo grido da piazza del Popolo: “Sono una donna e amo un’altra donna” tutti la presentano come volto nuovo della sinistra, astro nascente del progressismo ma ancora non si è capito che idea ha del Pd per il quale molti la invocano come leader, quali battaglie intende fare per battere la destra, da cosa ricominciare dopo quella che lei stessa ha definito una sconfitta “dura”. E meno male che accusa i leader della destra di inseguire vuoti slogan. Invece della sua concretezza ancora non abbiamo notizie. Restiamo in attesa.