Fornero sul tetto al contante: Meloni è turboliberista. Ma la premier mette tutti a posto citando Padoan

27 Ott 2022 8:05 - di Francesco Severini
Fornero

Elsa Fornero, al contrario di Mario Monti che si è astenuto al Senato sulla fiducia sottolineando un’apertura di credito al governo Meloni, si scaglia contro la presidente del Consiglio sul tema del tetto al contante. Si tratta dell’arma che oggi tutta la sinistra cavalca per accusare la destra di voler favorire l’evasione.

Meloni e la citazione di Padoan

Giorgia Meloni sul punto è stata chiara: è pura ideologia collegare la questione del tetto al contante al tema dell’evasione. A questo ha fatto seguito una citazione ad effetto: non c’è correlazione tra intensità del limite del contante e la diffusione dell’economia sommersa, ci sono paesi in cui il limite non c’è e l’evasione è bassissima. “Non sono parole mie – ha concluso Meloni – ma parole di Piercarlo Padoan, ministro dell’Economia dei governi Renzi e Gentiloni, governi del Pd”. Ha quindi ricordato che proprio la Bce ha  richiamato più volte i governi di sinistra sul tema del tetto al contante che finisce con il penalizzare i più poveri.

Per Meloni, infine, “strumenti di questo genere, in un mercato come quello europeo, funzionano se sono uguali per tutti. La nostra economia europea di riferimento, la Germania, non ha un tetto al contanteL’Austria, che confina con noi, non ha un tetto al contante. In questo schema noi rischiamo di non favorire la nostra competitività”.

Fornero dà per scontato che Meloni seguirà la proposta di innalzare il tetto a 10mila euro

Elsa Fornero dà per scontato che Meloni sia favorevole ad innalzare il limite a 10 mila euro per l’uso del contante: ma si tratta di una proposta della Lega e se Meloni ha assicurato che il tetto sarà innalzato non ha specificato di quanto. Secondo Fornero con questo provvedimento “sembra riemergere il concetto di evasione di necessità: se a evadere le imposte è una piccola impresa, lo fa perché altrimenti non riuscirebbe a stare sul mercato. Tra l’altro, questa giustificazione è spesso invocata anche per il basso livello dei salari. Se le cose stanno così si tratta di un segno di debolezza della nostra economia e allora bisogna andare alla radice del problema, magari abbassando la tassazione”.

Diminuire la pressione fiscale è il progetto del governo Meloni

Che è, tra l’altro, uno dei punti del programma del governo Meloni. Sulle tasse la neopresidente del Consiglio ha infatti annunciato un «nuovo patto fiscale» fondato su tre pilastri. 1) Riduzione della pressione fiscale con una riforma dell’Irpef, con progressiva introduzione del quoziente familiare, 2) estensione della flat tax per le partite Iva con fatturato tra 65mila e 100mila euro e introduzione della flat tax per tutti «sull’incremento di reddito rispetto al massimo raggiunto nel triennio precedente». 3) Lotta all’evasione focalizzata su «evasori totali, grandi imprese e grandi frodi sull’Iva».

“Con questo inizio – scrive Fornero – il programma di governo rischia di trasformarsi in un festival delle parole. È indispensabile che il presidente Meloni tiri le briglie e metta ordine tra chi la sostiene in Parlamento. Ma è altrettanto essenziale che eviti lei stessa di farsi trascinare dal radicalismo e dal turbo-liberismo”.

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