Gigi Proietti, la salma attende ancora una sepoltura al Verano. Ama: “Dipende dalla famiglia”
A quasi due anni dalla morte, Gigi Proietti non è stato ancora sepolto nel cimitero del Verano. La salma del grande attore romano, morto il 2 novembre 2020, si trova ancora in Umbria a Porcihano del Monte, in provincia di Terni, accanto ai genitori.
Ama, il Verano e le spoglie di Gigi Proietti in attesa da due anni
La cappella che dovrebbe ospitare le spoglie di Gigi Proietti – scrive Repubblica – ancora non c’è. «Nel frattempo, nel cimitero monumentale della Capitale c’è solo un lotto vuoto. Il Campidoglio e Ama hanno sbrigato tutte le formalità e rilasciato la concessione agli eredi di Proietti. Poi sulla realizzazione della cappella è sceso il silenzio. Contattati, i rappresentanti della famiglia dell’attore preferiscono non commentare. Parla, invece al quotidiano romano, la municipalizzata dell’ambiente che, oltre ai rifiuti e al loro smaltimento, si occupa anche della gestione dei servizi cimiteriali: «L’iter amministrativo per la sepoltura delle spoglie di Gigi Proietti prosegue regolarmente in stretto raccordo tra la famiglia, Ama e Roma Capitale secondo le disposizioni della stessa famiglia del grande artista. La direzione di Ama cimiteri capitolini ha già incontrato l’architetto incaricato dalla famiglia Proietti ed è ora in attesa che la stessa famiglia normini un archeologo, obbligo dettato dalla Sovrintendenza e attività propedeutica alla realizzazione del manufatto cimiteriale». Il numero di volte in cui è ripetuta la parola «famiglia» lascia intendere che Ama ritiene chiusa la propria parte. Le comunicazioni tra gli eredi di Proietti e Ama si sono interrotte da mesi e tanto in azienda che in Comune restano tutti in attesa di sapere che ne sarà del monumento funebre più atteso di Roma.
Repubblica cita il caso Globe e l’accusa di “fake news”
Oggi Repubblica ripercorre minuziosamente la vicenda, ricordando gli attacchi ricevuti. Carlotta Proietti, figlia di Gigi, «prese carta e penna virtuali e buttò giù un comunicato congiunto con Comune e Ama in cui da una parte interpretava la cronaca dei fatti come «un attacco alla città, alla sindaca, fatto usando il nome di mio padre» e dall’altra, però, spiegava che «per la sepoltura ci vorrà del tempo, i tempi sono lunghi ora e lo sono sempre stati, i problemi ci sono e ci sono sempre stati», difendendo a spada tratta l’amministrazione Raggi. Il comunicato, rilanciato immediatamente pure sui social, proseguiva così: « State calmi, abbiamo già tanti problemi da risolvere, vogliamo far partire una stagione teatrale di questi tempi. Se proprio dovete parlare, parlate di questo. Parlate del Globe». Il Globe intanto è venuto giù sotto i colpi dell’incuria. Oppure di una manutenzione poco puntuale. A dire l’ultima – chiosa il quotidiano – sulla fine toccata in sorte al teatro nel cuore di villa Borghese, però, sarà la magistratura».