Giorgia Meloni e quel piccolo particolare che è una lezione alle “femministe progressiste”
C’è un particolare che è sfuggito a molti ma che merita di essere sottolineato. Giorgia Meloni dal momento stesso in cui ha vinto le elezioni e ha percepito che avrebbe scritto la storia diventando il primo Presidente del Consiglio donna, non ha mai detto la parola “donna”. Non c’è stata una sola volta in cui abbia sentito la necessità di ribadirlo. Anche qui non ha scalfito la sua linea di coerenza con quello che è stato da sempre il suo pensiero e che non ne ha mai fatto mistero. Non ha mai amato la battaglia, sventolata da sempre come un vessillo dalla sinistra, sulle quote. Sull’importanza di piazzare le donne in ruoli di vertice in quanto portatrici sane di sesso rosa. Ha sempre detto che il merito è l’elemento determinante, non la natura biologica di chi lo esercita.
Giorgia Meloni e il concetto di persona
E lo ha dimostrato. Per Giorgia Meloni, per la destra, non esiste il genere ma la persona. La persona con la sua storia, la sua capacità, il suo percorso, il suo valore, a prescindere dal fiocco rosa sulla culla alla nascita. Ed è proprio per questo motivo che in questo mese non ha mai voluto strumentalizzare questo particolare nonostante fosse conscia dell’importanza storica che avrebbe rappresentato. Nonostante tutti, io compresa, lo si abbia da sempre sempre ribadito con orgoglio,per il forte valore simbolico che il suo essere donna significava, lei non ha scelto neppure in questo caso la via più semplice. Ha fatto capire a tutti che non era importante, non era determinante. Cavalcare questo particolare non le avrebbe regalato nulla. Perché lei da sempre non ha ottenuto nulla come regalo ma ciò che ha conquistato è solo frutto di un lavoro sul campo. E l’ha voluto rivendicare così.
Quello schiaffo alle cosiddette femministe progressiste
Ciò non significa che Giorgia Meloni non dia importanza al tetto di cristallo che necessita di essere scalfito rispetto al tema delle donne nel mondo del lavoro. È ben conscia di quanto sia necessario intervenire affinché alle donne vengano garantiti tutti i diritti necessari per poter competere ad armi pari con gli uomini. Per farlo sa perfettamente che c’è un tema di sproporzione salariale che merita di essere equiparato e dell’importanza di mettere una lavoratrice donna nella condizione di poter esercitare il suo diritto al lavoro per essendo madre. Ma questi sono problemi che deve risolvere la politica. Non utilizzare il suo essere donna sia in campagna elettorale che nel post elezione è stato un grande motivo di plauso. Uno schiaffo a tutte quelle femministe progressiste che hanno consumato fiumi di inchiostro e parole sulla carta stampata a sfondo rosa,ma che oggi devono riconoscere che una persona può raggiungere quei ruoli che sembravano destinati solo ai maschi. Eh già care amiche. Volere è potere se si è capaci ci dice Giorgia. Badate bene, ho detto capaci, non donne!