Governo, Calenda gufa contro la Meloni: «Durerà poco: il Cav e Salvini non l’aiuteranno»
Che guardi al Pd o che si rivolga al governo, di politico in Carlo Calenda si trova ormai ben poco. Nulla, nel leader di Azione, rinvia ad un disegno, ad una trama ordinata. No, lui procede per ultimatum e richieste perentorie che per altro non si fila nessuno. È un leader ansiogeno. Oggi, ad esempio, dagli schermi di Agorà, trasmissione di RaiTre, ha evocato spread e speculazione mentre intimava a Giorgia Meloni di rinnegare tutta la sua campagna elettorale.
Calenda, un leader ansiogeno
Un delirio. «Meloni – ha esordito – deve dire con chiarezza che per alzare le pensioni minime, per la flat tax al 15 per cento e per tutte le cose promesse non ci sono i soldi e non si faranno. E quello che farà sarà un intervento massiccio per il price cap nazionale. Se non facciamo questo ci perdiamo l’industria manifatturiera e anche le famiglie, non pagando le bollette, manderanno in crisi i gestori. Meloni deve dire che tutte le promesse mirabolanti non ci sono o schizza lo spread». Ovviamente, per Calenda, anche il governo durerà poco. «È del tutto evidente che Berlusconi e Salvini, che agiscono insieme, hanno l’idea di indebolire Meloni anziché aiutarla al governo». Evidente un corno, visto che l’esecutivo deve ancora nascere.
Le stoccate al Pd
Ma il leader di Azione crede di avere la verità in tasca per tutto. E ragiona per schemi precostituiti anche nei confronti del Pd. Prossimamente si voterà in Lombardia e nel Lazio. La pregiudiziale del Terzo polo verso il M5S resiste tenacemente. «Dopodiché – dice Calenda – sarà il Pd a dover scegliere. C’è un’area riformista che è soccombente e non resisterà all’attrazione con il M5s. Il Pd a un certo punto dovrà sciogliere il nodo, sceglierà il M5s e la parte che non ci sta verrà con noi». Praticamente, sa già tutto. Più che un leader di partito, è il nuovo mago Otelma. Poveri noi.