Governo, Letta evoca la Marcia su Roma. Conte contro Crosetto: «È l’uomo del riarmo»

25 Ott 2022 20:44 - di Michele Pezza
Letta

Si marcano stretti, a uomo. Persino nell’aula di Montecitorio. Enrico Letta e Giuseppe Conte sono intervenuti sulla fiducia al governo Meloni a breve distanza l’uno dall’altro. Eppure era chiaro a tutti che il bersaglio dei loro strali, più che il nuovo premier erano le rispettive posizioni. Risultate troppo simili per non apparire politicamente concorrenti. Più basata sul risentimento personale quella del leader 5Stelle, più finalizzata al recupero dell’identità perduta quella del segretario dem, che non a caso ha chiuso l’intervento citando la Marcia su Roma, cui è immaginabile – a questo punto – che dedicherà gran parte dei lavori della direzione nazionale, convocata proprio il 28 ottobre, data del centenario dello storico evento.

Letta pensa al congresso del Pd

Del resto, lo ha ammesso lo stesso Letta mettendo in relazione l’opposizione al governo con gli assetti intero al partito. «Venerdì cominceremo il nostro congresso costituente, ma il nostro congresso costituente sarà parte dell’opposizione a voi», ha detto. Il resto è venuto da sé. Come anche per Conte, che spera di drenare altri consensi al Pd in ambasce. I due, alla fine, sono apparsi sovrapponibili: entrambi per l’uguaglianza a scapito del merito, entrambi contrari allo smembramento del ministero per l’Innovazione, entrambi schierati a difesa del Reddito di cittadinanza. Un solo punto li divide: il giudizio sul governo Draghi, «che ha ben operato» per Letta e su cui si perde invece in mille contraddizioni Conte che sembra averlo appoggiato a sua insaputa.

E Giuseppi attacca Crosetto

Per questo sfiora quasi il ridicolo nel momento in cui ha accusato la Meloni di aver sostenuto il governo, che era anche il suo, sull’Ucraina. Ma, si sa, l’offensiva della pace è magna pars nell’attacco sferrato al Pd. Non a caso, il primo pensiero del pentastellato è per Guido Crosetto. «Lei ha indicato alla Difesa chi fino al giorno prima ha fatto gli interessi dell’industria bellica, a riprova di una corsa al riarmo che lei farà e sta facendo in continuità col governo precedente», ha detto. Letta non ha osato tanto. Si è limitato ad accusare la Meloni di non avergli fatto capire «cosa succederà alle bollette degli italiani, sul tema del disaccoppiamento e sul tetto del gas».

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