I soliti studenti ‘democratici’ impiccano da un ponte sul Tevere i manichini di La Russa e Fontana
Ancora gesti di violenza e minacce contro i neo presidenti di Camera e Senato. Questa volta i paladini della ‘democrazia’ a senso unico, nostalgici della stagione dell’odio di piazza, sono gli studenti. Antifascisti senza il fascismo, come da copione. A chiacchiere protestano contro l’alternanza scuola-lavoro e si mobilitano per il clima, ma il bersaglio della mobilitazione è un altro. E la regia tutt’altro che neutrale.
Manichini di La Russa e Fontana impiccati a Roma
Così capita che durante il corteo studentesco di oggi a Roma, all’altezza di Ponte Sublicio, due manichini raffiguranti Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana vengano ‘impiccati’. Tra gli applausi e gli slogan contro il governo Meloni che sta per nascere. Le immagini della seconda e terza carica dello Stato vengono appese e ciondolano dal ponte affacciato sul Tevere. Accanto ai manichini, che sono stati poi rimossi dalla polizia, anche uno striscione con su scritto ‘Governi diversi, stessi interessi’. Sempre dallo stesso ponte, nel 2018, alcuni studenti avevano ‘impiccato’ il manichino dell’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini, contestato per le sue politiche in materia di immigrazione.
La violenza politica dietro i cortei studenteschi
Ancora un’immagine cruda che dimostra plasticamente la rabbia e la violenza dei soliti studenti che occhieggiano alla sinistra radicale, cresciuta a pane e pugni chiusi. E che testimonia apertamente la matrice ideologica delle mobilitazioni studentesche di queste ore. L’immagine dell’impiccagione simbolica dei “nemici” richiama alla mente le foto di Giorgia Meloni e Mario Draghi bruciate in piazza a Milano sempre dagli studenti. Una china pericolosa per chi non ha argomenti politici se non la pericolosa nostalgia dell’antifascismo militante e degli anni di piombo.