Il ministero della Difesa: per Crosetto nessun conflitto d’interessi né incompatibilità
Il ministero della Difesa scende direttamente in campo per smentire gli ipotizzati conflitti di interessi “fra l’incarico del ministro Crosetto” nel nuovo governo Meloni “e le sue precedenti funzioni di presidente dell’Aiad”, l’Associazione di categoria che raggruppa le aziende italiane produttrici di armamenti, tema che è stato “oggetto di recenti trasmissioni televisive e articoli di stampa”.
Crosetto, che già nella passata legislatura era parlamentare di Fratelli d’Italia, partito di cui è stato cofondatore, aveva poi chiesto e ottenuto dal Parlamento di potersi dimettere da deputato proprio per poter dare spazio alla sua carriera professionale nel ruolo in cui era stato chiamato di presidente della Federazione delle Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza.
Dopodiche pochi giorni fa Giorgia Meloni lo aveva scelto come ministro della Difesa – dicastero di cui è stato viceministro già dal maggio 2008 al novembre 2011 nel governo Berlusconi IV – all’interno della sua compagine governativa trovando il pieno consenso di Mattarella.
“Sul piano tecnico-giuridico”, sottolinea ora la Difesa, citando le “funzioni di indirizzo politico-amministrativo attribuite al ministro”, le nome sul conflitto di interessi e il codice dell’ordinamento militare “non si ravvisa alcuna ipotesi di conflitto di interessi o di incompatibilità”.
Più specificatamente dal ministero di via XX Settembre ricordano che “per espressa previsione di legge, anche eventuali situazioni di conflitto antecedenti all’assunzione della carica non assumono alcun rilievo in quanto cessate all’atto dell’assunzione della carica stessa”.
“Nessuno status di incompatibilità o di conflitto di interessi è giuridicamente ipotizzabile nel momento in cui il ministro non ha più cariche, proprietà aziendali o patrimoni personali che in qualsiasi modo possano entrare in rapporto con le attività di ministero della Difesa”.
Peraltro, ricordano dagli uffici della Difesa, il ministro “non partecipa in alcun caso all’adozione di atti idonei ad incidere sul suo patrimonio o su quello del coniuge o dei parenti, in quanto del tutto privo di poteri e funzioni negoziali. Nel settore del procurement degli armamenti, “ non è il ministro ma “è il capo di Stato maggiore della Difesa che definisce i requisiti operativi dei sistemi d’arma da approvvigionare”.
Dopodichè “è il Segretario generale della Difesa” e non il ministro “che avvia le attività di ricerca di carattere tecnologico e industriale e che presiede alle procedure di acquisizione attraverso le competenti Direzioni tecniche”
“Cionondimeno, nel pregresso incarico di presidente di Aiad, per la natura dei settori industriali rappresentati, di chiaro interesse strategico nazionale”, osserva il ministero, Crosetto “ha perseguito obiettivi del tutto convergenti con quelli pubblici, rafforzando le capacità delle imprese e la conseguente competitività internazionale mediante la promozione dell’industria italiana della Difesa all’estero.”.
”Infine il ministero della Difesa non ha mai detenuto né detiene alcuna partecipazione nei gruppi industriali di riferimento”, concludono da via XX Settembre anticipando che, “ad ogni buon conto sarà cura della Difesa trasmettere le dichiarazione sull’insussistenza di situazioni di conflitto”.