Il Pd sceglie Maria Cecilia Guerra come candidata di bandiera: una donna da sacrificare

14 Ott 2022 11:14 - di Alessandra Parisi

È ufficiale. Al quarto scrutinio per eleggere il successore di Roberto Fico il Pd abbandona la scheda bianca e sceglie un candidato di bandiera. Andrà a contarsi sul nome di una donna: Maria Cecilia Guerra. Un’opzione, quello della sottosegretaria al Mef, già nel  governo Monti e poi Letta, da offrire a tutte le opposizioni come scelta condivisa. È l’esito della riunione convocata da Letta nella sala Berlinguer poco prima dell’inizio della seduta a Montecitorio.

Il Pd sceglie la Guerra come candidato di bandiera

“Tra ieri e oggi abbiamo cercato un nome condiviso che potesse andare anche oltre il nostro schieramento. Ho tenuto contatti con gli altri su un profilo autorevole e un nome il meno divisivo possibile”, spiega Letta. “Questo nome è quello di Maria Cecilia Guerra. L’ho comunicato alle altre opposizioni. Non so se saremo in grado di avere il consenso di tutti, alcuni segnali sono stati positivi. Ma è stata una mossa nell’interesse collettivo. Questa proposta deve trovare il consenso di tutti noi, dobbiamo dimostrare compattezza. In questo momento bisogna essere uniti e determinati”.

Letta opta per una donna da sacrificare alla sconfitta

Sarà così? I segnali sperati non arrivano. I grillini prima non scoprono le carte. Poi all’ultimo momento l’annuncio ufficiale: i 5Stelle rispediscono al mittente la proposta dem e voteranno Cafiero De Raho. Mentre Azione e Italia Viva indicheranno Matteo Richetti. L’agnello sacrificale per evitare franchi tiratori è una donna. Consegnata a una sconfitta sicura. A confermare, volendo pensar male, il maschilismo dei vertici del Nazareno.

I grillini rifiutano la proposta dem

La sottosegretaria al ministero dell’Economia dovrà passare sotto le forche caudine del voto segreto mentre il centrodestra conferma la scelta di convergere sul leghista Lorenzo Fontana. Non è certo la direzione invocata dalle donne dem in rivolta da settimane contro le scelte elettorali del partito dei maschi. Che non valorizza adeguatamente la presenza e il talento femminile nelle scelte cruciali. A partire dalla composizioni delle liste elettorali. Quando c’è da perdere una donna è la candidata più comoda per non minare gli equilibri interni e mantenere la barra del timone al centro. Naturalmente spacciandola per una scelta ‘altamente inclusiva’.

“Sono contenta di essere considerata l’anti Fontana”

La prescelta, neanche a dirlo, si sente onorata. “Sono molto contenta che il mio nome sia considerato come un nome in grado di aggregare e creare condivisione. Mi fa anche piacere essere considerata l’anti Fontana”, dice Maria Cecilia Guerra entrando a Montecitorio.

 

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