In marcia per la pace ma è subito guerra sulla scelta del giorno: la festa delle forze armate…
Putin minaccia la guerra nucleare, Biden dà l’allarme (il rischio è serio) e in Italia la piazza arcobaleno litiga sulla data della mobilitazione per la pace. Si chiede il disarmo ma in casa scoppia la guerra sulle modalità della grande manifestazione per dire stop al conflitto in Ucraina e chiedere il negoziato.
Si scalda la piazza pacifista. E si litiga sulla data
In queste ore leader politici e associazioni pacifiste si mobilitano in vista di un grande evento. In prima fila la Rete italiana pace e disarmo ma anche il governatore sceriffo della Campania De Luca, che nel suo piccolo si fa notare e annuncia una prova di forza a Napoli per il 28 ottobre. La Rete, invece, sembra partire da una provocazione. La proposta della data: il 4 novembre, a Roma. Vorrebbe dire marciare per la pace nel giorno delle Forze armate. Una scelta non casuale. L’idea infatti non piace all’area cattolica. A cominciare dalle Acli, pronte a unirsi alla protesta ma in un altro giorno. Nella galassia pacifista infatti sono presenti molte realtà. Dalle rosse Arci a Legambiente, Libera, Movimento Nonviolento.
La rete per il disarmo propone il 4 novembre. Le Acli non ci stanno
Proprio il presidente del Movimento Nonviolento Massimo Valpiana spinge per il 4 novembre. “Per noi quella è una data simbolica perché è la festa delle Forze armate. Non una festa, ma un giorno di lutto”, dice. Le Acli frenano. “Non sarà il 4, ma novembre è certo”, replicano. “Per allora avremo un governo politico che deve sapere che c’è una piazza che chiede che l’Italia si faccia promotrice di una conferenza internazionale di pace”. La Rete italiana per la pace e il disarmo si muove sulla scia di Europe for peace che ha in programma una mobilitazione dal 21 al 23 ottobre nelle piazze italiane per chiedere un negoziato subito e la convocazione di una Conferenza internazionale di pace dell’Onu (richiesta già fatta a luglio). Un’altra ipotesi è far coincidere la piazza arcobaleno con l’Angelus di papa Francesco in piazza San Pietro.
I 5Stelle a Bruxelles ritrovano lo smalto arcobaleno
Nella gara per la pace non poteva mancare Giuseppe Conte, il primo a chiedere una piazza pacifista senza simboli di partito, fin da quando i 5Stelle erano con un piede dentro e uno fuori dal governo. Che oggi, dalle file dell’opposizione, se la ride delle polemiche. E rilancia dalle colonne di Avvenire. Con i Cinquestelle che a Bruxelles si astengono su una risoluzione che chiede di aumentare l’invio di armi all’Ucraina. Non va bene. “Nel testo le parole “negoziato” e “diplomazia” sono assenti”. Un’iniziativa bollata subito dai renziani come una mossa che avvicina gli eurogrillini a Putin e agli antieuropeisti. Insomma a sinistra ognuno ha la sua ‘piazza’ per dire no alla guerra e ‘il negoziato subito’ e ognuno è disposto a tutto per conquistare il podio.