Inutile cercare difetti con la lente d’ingrandimento: la coerenza di Giorgia è nel tempo che viviamo

5 Ott 2022 11:22 - di Carmelo Briguglio

E dài con sti ripetuti “Pape Satàn, pape Satàn aleppe” della coerenza. Con questa ossessione della “Meloni che sarà salvata dall’incoerenza”. Mastro Ciliegia che guida la barca dei “foglianti” non molla. Ora da sfortunato consigliere di Letta, è passato a quello di suggeritore “a contrario” della prossima premier. Le vaticina non farà ciò che lei e i suoi avevano “prima” detto di fare. A quanto ha capito lui. Si è fissato che Giorgia è imprigionata nelle negazioni. Vabbè. Citare pure l’aborto e la 194, giusto loro. Ora non so se questione é di coerenza. Io scorgo il seguire l’insegnare di antiqui “destri”.  No ? E che volete ? Non siete genio italico come lei ? Siete dimentichi delle lezioni di don Nicolò di Bernardo dei Machiavelli? Lei no. Vai a capire se “sono spente le cagioni che la feciono promettere”. Valuterà lei a cui “mancorno cagioni legittime di colorire la inosservanzia”.

La ricerca delle “pagliuzze” della Meloni

Il capo del Governo va a fare. E in un pezzo di storia che peggio di così, manco Eowyn contro il Male. Voi, intanto, guardate più in su del prossimo centenario della marcia: sì lo so, che state con binocoli e microscopi a spiare ciò che farà e dirà. Vi deluderà, viene da più lontano: dalla genìa fine di don Nicolò, scesa per li rami di letture e praxis.
Nell’attesa finitela di sceverare pagliuzze: lui, il Theodor Ludwig Wiesengrund, non vi insegna “la scheggia nell’occhio è la miglior lente di ingrandimento”? Perché non la smettete, col moraleggiare ? Finite come Floris che manda due volte in mezz’ora lo stesso collage di datate giorgiane; e, per giunta, dal mirabile sforzo, che cavolo, questo contraddire se stessa non affiora; toni sì, hai voglia. E pose pur di più. Ma se mi metto io a filosofare su bassi e acuti di questo e quello, ne scopro a sacchi, a tutti. E se perdo tempo al ritaglio di fogge e mimiche di quelli che furono e ancor sono, ne trovo a buttare. Pure a Cerasa e all’uomo del Martedi. (Fatemelo dire: che splendido don Urbano; equilibra eccome il compassato, quasi conservatore, Corrierone con i quotidiani lampi progressisti degli ultrà di “La 7”).

I miliardi sovranisti del Cancelliere

Ma concetti e visioni, mannaggia a lei, non stridono con le opere e i giorni che viviamo. Sopra tutto e tutti questo imbarazzo del Cancelliere Sinistro che butta sul tavolo duecento miliardi “sovranisti”, manco fosse Brenno: ha liquefatto tutto sto solfeggiare su note e registri vocali della Meloni. Che disagio nelle schiere avverse. Ora ci si mette pure il Fini a giurare per lei alla stampa estera. La quale attende in equilibrio. E sta virando dalle prime rotte, mi pare. Il resto è annientato dal gridare di nostra Signora che parla con Zelensky e armeggia con polacchi e americani: è con l’Occidente, vuole un’Europa politica unita; unita, unita. La chiama. La sovrana dei conservatori, la chiama oggi, quasi premier; la chiamava ieri, quando era capa mignon di An. Alto e forte. Sai che novità: lo predica da sempre. Una dirittura monotona.
Consiglio a voi consiglieri e non, di trafitti e trapassati dal popolo: non perdeteci più tempo con esegesi di testi e “back” di ogni cosa sua. La campagna è finita e l’avete pure persa. Vacci a capire che cosa c’ha veramente in capa, la Capa. Manco in quel quadernuccio con cui salirà lassù, chi e cosa ci sia davvero. Aspettate, intanto. Non vi basta vivere col sisma storico diuturno ? Col manchevole solido di riferimenti e relazioni ?  Non capite ancora dove la storia nostra e vostra ci ha cacciato ? Quello promette la Bomba e voi con la lentina a cercare il pelo. Lasciate perdere. E non anticipate l’esito della prova. E’ il tempo di Tocqueville: “Poiché il passato non rischiara più l’avvenire, lo Spirito avanza nelle tenebre”. Per lei. Per tutti.

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