La lezione del cardinale Zuppi: «I giovani vanno aiutati ma senza paternalismi insopportabili”
“Le difficoltà non sono finite, ma se ne esce solo insieme”. È un chiaro monito alla pacificazione e alla difesa dell’interesse comune quello del presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi. Che ha presieduto la Messa per le celebrazioni di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia.
San Francesco, Zuppi: si lavora all’interesse nazionale
In un momento così decisivo, ha chiesto l’intercessione francescana per sostenere “l’amore politico e di servizio alla casa comune. Perché nella necessaria diversità tutti concorrano all’interesse nazionale. Indispensabile per rafforzare le istituzioni senza le quali nessun piano può essere realizzato”. L’Europa – ha aggiunto il porporato romano – deve essere all’altezza “della tradizione che l’ha creata. E il mondo intero non deve rassegnarsi di fronte alla guerra”. Quindi ha esortato a sconfiggere “ogni logica speculativa, piccola o grande, anonima e disumana, forma di sciacallaggio che aumenta le ingiustizie e crea tanta povertà”.
Aiutare i giovani senza paternalismi insopportabili
Zuppi ha affrontato anche il tema dei giovani e la lotta contro il precariato. “Dando loro fiducia. Perché possano dimostrare le loro capacità senza paternalismi insopportabili”. Un evidente riferimento alle politiche insufficienti sul lavoro. Sulla guerra russo-ucraina, il capo dei vescovi italiani, ha esortato a lavorare per una ‘pace giusta’. “Con San Francesco crediamo che il lupo terribile della guerra sia addomesticato. E facciamo nostro l’accorato appello di Papa Francesco indirizzato certo ai due presidenti coinvolti direttamente, un aggressore e un aggredito, ma anche a quanti possono aiutare a trovare la via del dialogo. Tutti possiamo essere artigiani di pace”.
Viviamo la benedizione della vita e la grandezza della maternità
Il cardinale Zuppi è andato anche alla nostra “casa comune”. Il “futuro chiede rispetto dell’unica casa, dell’ambiente, perché possiamo continuare a cantare la bellezza del creato. Curiamo le ferite profonde nascoste nelle pieghe della psiche. Con la competenza professionale ma anche tessendo comunità e fraternità che donano sicurezza e fanno sentire protetti e amati”. Non è mancato un riferimento alla maternità proprio nei giorni in cui si assiste a un nuovo dibattito infuocato sull’aborto. “Viviamo la benedizione che sempre è la vita, la sua bellezza. Perché sia appassionante trasmetterla e donarla, garantendo la grandezza della maternità”.
Chi ha responsabilità di governo segua il bene comune
Infine un passaggio sulla difficile attualità politica. “Chi ha responsabilità di governo segua il bene di tutti”, ha ribadito il cardinale al termine della celebrazione ad Assisi per il patrono d’Italia.