La ridicola tesi del “democratico” Zerocalcare: “Tornare al voto, Italia nel dramma con la destra”
Anche dopo il voto non si arresta il fiume di lamentazioni della presunta intelligentia di sinistra, che a quanto pare – oltre a cantanti, attrici, presentatrici e giornalista varie – annovera anche autorevoli vignettisti, pronti ad attaccare il ciuccio. Stavolta non si tratta di Vauro ma del giovane emergente scrittore e disegnatore Zerocalcare, creatura mediatica delle trasmissioni di Zoro e coccolatissimo opinion leader della sinistra radical non chic. In una intervista sulle pagine siciliane di Repubblica, dopo averlo interrogato a lungo sulla guerra, i curdi, la pace del mondo e i profughi in arrivo, a Zerocalcare – al secolo Michele Rech – viene infine chiesto cosa pensi della situazione politica italiana e della vittoria della destra. E il vignettista non delude.
Zerocalcare contro l’Italia che ha votato la destra e la Meloni
L’assist è esplicito, Zerocalcare si avventa sulla domanda come Benzema su un pallone in area di rigore.
Come commenta il clima politico delle ultime elezioni?
“Penso che non sia un nuovo clima politico. L’Italia è un paese con un forte blocco conservatore da sempre. Che prima ha votato Berlusconi, poi ha votato Salvini e ora Meloni. La differenza è che il partito della Meloni ha ottant’anni di pensiero e ideologia legati al fascismo. Ora non voglio dire che adesso il fascismo ritorna in Italia, anzi saremo saldamente ancorati dal punto di vista economico ai valori del neo liberismo. Ma penso che le ideologie dei partiti di destra stavolta peseranno in modo decisivo su spazi sociali necessari e di costume, su aborto, nazionalismo diritti civili”. Altro assist, altra prodezza del vignettista esperto di politica.
Insomma, ci prospetta un dramma.
“Sì è drammatico. Però, insomma, spero che in Italia ci siano di nuovo delle elezioni, almeno entro i prossimi vent’anni”. Ci saranno lotte di piazza? “Io mi sono sempre messo al servizio delle lotte e delle vertenze collettive. E sì, spero di sì. Parlo soprattutto per le periferie, per i centri sociali che si fanno promotori di servizi essenziali e lottano contro la povertà”.