La sconfitta brucia. Bersani e la Gruber in lutto a La7. E nei salotti piangono pure i radical chic

14 Ott 2022 12:59 - di Hoara Borselli
bersani

Pierluigi Bersani,ospite di Lilly Gruber a Otto e Mezzo su La7 , ha così commentato l’elezione di Ignazio La Russa a Presidente del Senato: «Giornata amara, la destra ha scelto un criterio identitario, falsa partenza. Gente disposta a pagare per potersi vendere». Tale è la rabbia nell’essersi visti sfilare lo scettro dei migliori, che i salotti radical chic della sinistra sono diventati un coacervo di anime rancorose, che insultano, offendono e denigrano senza esclusione di colpi. Bersani, diventato personaggio mediatico per le sue citazioni cult, comprensibili solo a lui, tipo “siam mica qui a smacchiare i guaguari”, oppure “la mucca era un toro e ci è passata sopra”, con la sua prosopopea tipica di chi ne capisce di politica e che incomprensibilmente per i suoi seguaci nostalgici, è scomparso dalle scene politiche che contano, ha mostrato tutto il suo sdegno per l’elezione del Presidente Ignazio La Russa che senza dubbio alcuno si è guadagnato fra gli applausi lo scranno che spetta alla seconda carica dello Stato.

Spunta l’immancabile supercazzola

Addirittura non si è capacitato di come, senatori tra le fila dell’opposizione potessero nutrire stima per la figura politica che La Russa ha sempre rappresentato,al punto di votarlo. Ben 19! Mi permetto di rubare una citazione dal suo palmares “non siamo mica qui a pettinare le bambole”. Quando si deve fare i seri si torna seri e a Palazzo Madama è stata messa da parte l’ideologia politica e ha prevalso il buonsenso. La Presidenza del Senato è roba seria. Non poteva ovviamente mancare durante il dibattito tv la solita supercazzola sul fascismo, sul gesto dei fiori consegnati alla Segre, che , se per molti è stato un segnale di grande rappacificazione storica, per la Gruber un semplice atto dovuto.

Dietro quel gesto c’è molto di più

«Scusate, ma a una donna di novantadue anni non si regalano fiori?», ha detto stizzita la giornalista. Beh, dietro quel gesto c’era molto di più che un semplice omaggio offerto ad una donna in tarda età. C’era il preludio delle parole che il nuovo Presidente del Senato ha pronunciato appena ha guadagnato la sua postazione. «Ringrazio Liliana Segre e confermo che non c’è stata una sola parola del suo discorso che non meritasse il mio applauso». Parole che hanno un peso enorme e solo se pervasi da disonestà intellettuale non ne si coglie il valore storico-politico ma si liquida come un discorso di circostanza senza peso.

Non solo Besani…

Quello che è andato in scena a “Otto e mezzo” è stato solo il preludio di una serata firmata La7, dove, a ruota si sono alternati commenti come quello che Floris ha rilasciato da Formigli : «La destra si presenta dicendo “siamo proprio questo”». Ecco tuonante e impeccabile la risposta di Giorgia Meloni: «È esatto, siamo proprio quello che i cittadini hanno votato. Perché pensavate che fossimo come la sinistra, che prende i voti dicendo che era al fianco delle fasce sociali più deboli per poi mettersi a disposizione dei poteri forti? No. Noi siamo fatti di altra pasta. Noi dentro il palazzo non siamo diversi da come ci raccontiamo fuori». Caro Bersani, come diceva lei «ci hanno levato la briscola e siamo rimasti con il due in mano». Sarà forse per questo che non riuscite a darvi pace?

 

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