La sinistra ha distrutto la scuola e ha pure il coraggio di straparlare su Valditara e “merito”
Fa ridere e fa pena il “processo” per direttissima che sta subendo il neoministro Giuseppe Valditara. La scuola da decenni se la passa malissimo e la responsabilità è tutta della sinistra. Fior di sociologhi e docenti, non di destra, non fanno fatica ad ammetterlo nelle loro analisi, Da Luca Ricolfi a Paola Mastrocola, ma non solo. In molte chat di docenti l’ammissione della “colpevolezza” della sinistra e dei suoi ministri sulle picconate inferte all’istituto scolastico non fa prigionieri. Il Pd è stato abbandonato dal ceto insegnante, ammettono molti di loro. Dal ’68 con l’ormai celebre (e deleterio) ‘6 politico’ si è generato un livellamento di cui nei decenni successivi si sono sentite le eco. Molti docenti nelle loro conversazioni lamentano un progessivo svilimento del loro ruolo. Il che è frutto, tra le altre cose, dell’abolizione delle distanze che docenti troppo ‘liberal’ hanno effettuato tra loro e gli studenti. La presenza a volte invasiva dei genitori negli istituti scolastici li ha sovente condizionato e li condiziona. I fatti di cronaca anche recenti (prof minacciati, sbugiardati dal Tar e via dicendo) si impegnano a rendere evidente dove si possa arrivare di questo passo.
Il fallimento della sinistra sulla scuola. E ora il problema è Valditara…
Eppure la colpa dei “mali” della scuola, improvvisamente, derivano dal “merito” introdotto nella definizione del ministero di viale Trastevere dal governo Meloni. La colpa se un professore non è più libero di dare un’insufficienza; o di entrare in classe senza essere preso di mira da una pistola giocattolo sarebbe del neo ministro. Che scrive libri. Libri che al politically correct non piacciono, secondo una prospettiva delirante che la cultura è feudo di sinistra e della sua visione del mondo. Siamo alla follia. Molti docenti lamentano un progressivo alleggerimento delle materia classiche come latino e greco. Il tutto in linea con un ponsiero progressista che quel mondo antico, culla della nostra civiltà, sarebbe portatore di valori classisti ed elitari. La cancel culture di derivazione anglosassone trova terreno fertile. Il livellamento (al netto delle eccezioni) è evidente. Eppure, d’incanto, questi fallimenti storici si materializzano in questa parola “merito” che fa spaventare. Dai, non siamo ridicoli. Non la bene nessuno.
Il processo a Valditara sul ‘merito’ è ridicolo
La faziosità della sinistra contro Valditara raggiunge il suo vertice quando lo si crocefigge per un suo libro (uno dei tanti scritti dal neo ministro) sulla storia romana. Il titolo originale, per le edizioni Rubbettino, era: “L’immigrazione nell’antica Roma”. Il volume venne veicolato insieme a un quotidiano con un titolo diverso: “L’impero romano distrutto dagli immigrati”. E’ bastato il titolo a mandare ai matti la sinistra che, ancor prima dell’ufficilità della nomina a ministro, già faceva circolare sui social questo titolo per delegittimare Valditara. La sinistra non legge, non si informa, non ha più curiosità intellettuali, questo è il dramma. Altrimenti avrebbe capito di cosa parlava il libro di Valditara. «A differenza di altri popoli antichi, i Romani hanno nel loro archetipo l’idea della unità nella diversità. Roma nasce dall’incontro di popoli e culture differenti». Questo si legge nel volume incriminato. «La grandezza di Roma sta nell’aver saputo integrare e amalgamare popoli fra di loro molto diversi, traendo dalle commistioni influssi benefici. Con pragmatismo e concretezza». Ancora: «Nel dna di Roma vi è l’idea della mescolanza e della integrazione fra diversi, a certe condizioni». Sono parole di Valditara disseminate nel suo libro.
La stroncatura del libro di Valditara grida vendetta
«Al di là delle leggende mitologiche, anche la storia più o meno romanzata dimostra come a Roma gli stranieri si integrassero facilmente e potessero arrivare rapidamente a posizioni di comando». Si legge ancora nel libro di Valditara che «Una delle prime istituzioni create da Romolo e confermate da Servio Tullio sarebbe stata proprio l’asilo: ovvero il diritto di rifugiarsi in un certo luogo, fuori dalla propria patria di origine, e chiedere protezione». Ebbene, con che coraggio la sinistra processa un docente e ora ministro che scrive tali cose, definendolo “nemico” dell’immigrazione? Il fattore flussi migratori come una delle tante cause della dissoluzione dell’Impero romano è analizzata anche da un “mostro sacro” degli studi della romanità come André Piganiol.
“A sinistra hanno letto solo il titolo del mio libro”
Per molto tempo il modello assimilativo dell’antica Roma funzionò, andando in crisi quando non fu più in grado di gestirlo. Il saggio esamina questa problematica e la sinistra immigrazionista si è subito fiondata sul titolo ritoccato del libro del libro. Valditara ha infatti spiegato: «Come sempre succede quando un giornale pubblica un libro come allegato è l’editore che sceglie il titolo per rendere il lavoro più accattivante. Il mio è, comunque, un pamphlet che riconosce il valore storico delle migrazioni che vanno tuttavia governate e non subite. Spiace che con scarso metodo scientifico ci si limiti a leggere i titoli per esprimere giudizi, senza aver letto i contenuti».