Le Brigate Rdc invocate da Grillo indignano le vittime del terrorismo: “Irresponsabile”, “Studi la storia”

4 Ott 2022 14:00 - di Guido Liberati
Brigate Grillo

No all’uso della parola brigate “su una ferita ancora aperta come quella del terrorismo“. Lo afferma all’Adnkronos Potito Perruggini, presidente di “Anni di piombo”, Osservatorio nazionale per la verità storica, dopo le polemiche sulle parole dal garante del M5s Beppe Grillo che ha chiamato a rapporto le “brigate di cittadinanza” e chiesto ai percettori del reddito di mettersi a disposizione della comunità.

Le Brigate di Grillo dopo le parole di Conte sulla guerra civile

“Sono stati al governo fino a poco tempo fa ma non hanno fatto nulla. Adesso non si possono permettere di utilizzare termini come ‘brigate’ che richiamano Perruggini – nella memoria di noi italiani violenza e sopraffazione – sottolinea Ci hanno preso per degli sciocchi? Si capisce perfettamente che è una strategia di comunicazione ben orchestrata da tempo e iniziata con la campagna elettorale di Giuseppe Conte che parlava di ‘guerra civile'”. “Questa tensione che tendono ad alimentare in un momento già così difficile è da irresponsabili – prosegue – Questa è una vera e propria istigazione a delinquere, se le loro azioni fossero dettate al bene avrebbero agito quando ne avevano il potere… chissà come mai non lo hanno fatto! Si stanno preparando il piatto per una opposizione brutale e delirante”.

“Non possono usare la parola ‘brigate’ su una ferita ancora aperta come quella del terrorismo. Ma forse è proprio quello che vogliono? I cittadini sono stanchi e spaventati, giocare sulla pelle delle persone è da vigliacchi, soprattutto per loro che sono dei privilegiati che non hanno problemi per una bolletta più cara”, conclude Perruggini.

La vedova di una vittima delle Br: “Grillo studi di più la storia”

“Dovrebbe studiare di più la storia degli anni ’70-’80-’90. Abbiamo lasciato sulle strade troppi morti per poterci scherzare sopra”. Lo afferma all’Adnkronos Mariella Magi Dionisi, vedova dell’appuntato Fausto Dionisi, ucciso nel 1978 a Firenze durante un fallito tentativo di alcuni militanti di Prima Linea che volevano far evadere alcuni detenuti dal carcere delle Murate, e presidente dell’Associazione “Memoria” dei Caduti per fatti di terrorismo, commentando le parole dal garante del M5s Beppe Grillo che ha chiamato a rapporto le “brigate di cittadinanza” e chiesto ai percettori del reddito di mettersi a disposizione della comunità. Secondo Magi Dionisi, Grillo “in questo caso ha perso un’occasione per stare zitto”.

Salvini: “Grillo è un folle e un irresponsabile”

“In questo momento drammatico per l’Italia, chiunque parli di Brigate è un folle e un irresponsabile”. Così il leader della Lega Matteo Salvini dopo le “brigate di cittadinanza” citate da Beppe Grillo.

Non condanna Grillo, Sergio D’Elia, ex terrorista di Prima Linea, oggi impegnato con le iniziative umanitarie del Partito radicale. “Nella tradizione operaia c’erano le brigate del lavoro, nell’esercito ci sono le brigate e non è che il termine non si usa perché richiama le brigate rosse. Io non mi sento di criminalizzarlo per l’uso di una parola in un contesto totalmente diverso, se non opposto, a quello a cui si fa riferimento”.  Brigate, dice D’Elia, è un termine che indica “una forma di aggregazion, certo, è un termine militaresco, ma da qui a definirlo terroristico ce ne passa”.

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