Le femministe mettono Meloni a testa in giù. L’odio delle “paladine” delle donne: “Resistenza feroce”
Fa orrore la smania di appendere i nemici politici a testa in giù. Questa smania “democratica” la ritroviamo nel gruppo di attiviste “Non una di meno” che ha esposto online i volti capovolti del presidente del consiglio Meloni, del ministro per la Famiglia Eugenia Roccella e di Maria Rachele Ruiu di Pro Vita & Famiglia. Con lo slogan: «Una legge che glorifica la maternità come valore sociale non sarà mai una legge adatta a tutelare l’aborto». Ci mancava il “tocco femminile”, come commenta amaramente Fausto Carioti su Libero. Da giorni, anzi da mesi immagini di Meloni a testa in giù si trovavano nelle vetrine di alcune librerie, con l’immagine di copertina rovesciata del suo libro “Io sono Giorgia”. Si è proseguito con i manifesti, gli striscioni e i manichini dedicati al premier e ai presidenti delle Camere, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana.
“Le femministe di “Non una di meno” mettono Meloni a testa in giù sul web
Le immagini gridano vendetta. Su Instagram le “paladine” delle donne hanno fatto circolare questa galleria di volti rovesciati. Sulla pagina social una delle attiviste di “Non una di meno, si presenta come la «femminista intersezionale», che combatte «la violenza maschile sulle donne» e «la violenza di genere verso le persone LGBTQIPA+», leggiamo. Il termine “violenza” in quella sede è grottesca: mettere a testa in giù le donne del primo governo guidato da una donna significa combattere la violenza? Delirio puro. Delirio pericoloso. Cosa vogliono? Chi ci capisce è bravo: «Non è il momento di difendere la legge 194 perché vogliamo molto più di 194»; «Bisogna smettere di invisibilizzare le soggettività trans e non binary». Auguri agli enigmisti.
Le femministe invitano alla “resistenza feroce” contro Meloni
Con immagini che richiamano l’esecuzione di piazza e slogan ugualmente bellicosi, le femministe di “Non una di meno” riservano lo stesso trattamento “democratico” anche a due uomini che sono nel mirino da giorni: il leghista Lorenzo Fontana («Perché l’obiezione di coscienza è una forma feroce di violenza e una negazione di assistenza medica», scrive l’attivista); e il senatore forzista Maurizio Gasparri, “reo” di essere impegnato in difesa della vita. Anche loro a testa in giù. Alle immagini seguono parole di antagonismo totale: «Aspettatevi un periodo di rivoluzione e resistenza feroce». L’account nazionale di “Non una di meno” funge poi da collettore di tutte queste” nobili” promesse. Che tristezza.
Il “mito” di Piazzale Loreto fa proseliti
Questo è il clima. C’è chi vive il dopo-voto come un colpo di Stato, la democrazia come un sopruso. E avvelenano ancor più il clima chiamando a una sorta di “crociata”. L’atmosfera è già molto arroventata, come dimostrano gli scontri alla Sapienza di Roma e le varie occupazioni delle scuole da parte di studenti violenti. con la sinistra e i giornaloni che difendono “i bravi ragazzi”. È il fascismo degli antifascisti, è la chiosa di Carioti.