L’ira di Baccini, accusato di sessismo per “le donne di Modena”: «Vogliamo cancellare anche De Andrè?»

19 Ott 2022 14:51 - di Marta Lima

“Se ‘Le donne di Modena’ ha un testo sessista saremo costretti a cancellare De Andrè, Jannacci, Dalla, Vecchioni, Vasco Rossi… direi che è l’ora di finirla con questo politically correct, si va avanti in retromarcia…”. Il tweet del cantante Francesco Baccini è la reazione più ovvia dopo quanto accaduto l’altra sera durante una serata a Sondrio, dove il cantautore genovese era ospite del Premio letterario Notte dei poeti, dove doveva ricevere una targa.

Baccini accusato di sessismo per una canzone contro… il maschilismo

Ecco cosa è accaduto, nel racconto dello stesso cantautore. “Prima di essere premiato ho eseguito alcuni brani del mio repertorio e nell’introdurre Le donne di Modena ho fatto una battuta dicendo che oggi forse avrei qualche problema a pubblicare un pezzo del genere perché potrei essere accusato di sessismo. A quel punto una ragazza del pubblico mi ha contestato per quel testo in cui in una frase si dice che le ragazze modenesi ‘fanno da mangiare, sanno cucinare, odiano stirare, e san far l’amore’. Ne è nato un alterco, al termine del quale Baccini aveva spiegato che la canzone, di 32 anni fa, denuncia proprio l’atteggiamento maschilista.

La femminista arrabbiata che non conosce Dalla e De Andrè

“Avrà avuto vent’anni e scandendo le parole come un automa mi ha detto di sentirsi offesa in quanto donna. – ha raccontato ai giornali Baccini – Ho cercato di spiegarle che in realtà il testo mette alla berlina il gallismo italiano, ma niente da fare; come parlare col muro. Da un lato io lì a spiegare e dall’altro lei, arroccata sulle sue posizioni, impermeabile a qualsiasi tentativo di dialogo. Ammetto di aver provato un certo sconcerto, perché penso che portare la semplificazione del pensiero a certi livelli sia pericoloso. A parte che la parola detta è una cosa, quella scritta un’altra, infatti, nei pezzi c’è tutto un sottotesto da decifrare tenendo conto dei toni e del contesto delle canzoni. Certi irrigidimenti rappresentano un segno brutto, perché cancellano il settanta per cento dei film, delle canzoni, dei libri, su cui s’è formata la cultura del nostro Paese. Usando questi parametri il Dalla di Disperato erotico stomp andrebbe messo in galera. E che dire del Vecchioni di Voglio una donna o dello Jannacci di Silvano? Viaggiando abbastanza all’estero, mi rendo conto che in Italia siamo tornati indietro di molto e oggi il ‘politically correct’, così come lo intendono in molti, è peggio della censura degli anni Cinquanta”.

Il tweet indignato del cantautore genovese

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