Lo scenario nucleare fa paura, Lukashenko: la soluzione al conflitto in Ucraina può essere trovata in una settimana
In caso di escalation nucleare nel mirino dei russi finirebbero, per prime, le basi Nato di Ghedi e di Aviano che ospitano sul territorio italiano 40 testate nucleari e, già nelle prime ore, si conterebbero fra i 34 milioni e i 55 milioni di morti.
È lo scenario catastrofico prospettato da Iriad – Archivio Disarmo. Che spiega cosa avverrebbe e dove nel momento in cui tutto precipita e dalla diplomazia si passa a far parlare le armi nucleari tattiche.
In caso di un’escalation nucleare, pur limitandosi all’intervento di armi nucleari ‘tattiche‘, le conseguenze sarebbero, insomma, disastrose, soprattutto per gli italiani.
Le bombe russe potrebbero essere lanciate contro obiettivi in Italia ‘paganti’ dal punto di vista militare, quali basi aeree e navali e comandi Nato.
Secondo Iriad – Archivio Disarmo, prime nel mirino sarebbero le basi Nato di Ghedi, in provincia di Brescia) e di Aviano, nel territorio di Pordenone, che ospitano insieme circa 40 testate nucleari.
Ulteriori bersagli potrebbero essere rappresentati da altre basi e comandi militari Nato quali Vicenza , in particolare la Caserma del Din e la Caserma Ederle, poi Livorno, la base di Camp Darby, Gaeta, Napoli dove si trova il Naval Support Activity, Taranto, Sigonella sede della Naval Air Station.
Secondo la simulazione, pubblicata sulla rivista on line di Archivio Disarmo “Iriad review. Studi sulla pace e sui conflitti”, il bombardamento russo degli obiettivi sopracitati provocherebbe almeno 55mila morti e oltre 190mila feriti.
La gran parte delle vittime deriverebbe dai bombardamenti degli obiettivi in prossimità delle città: Napoli (circa 21mila morti e 109mila feriti), Vicenza (12mila morti e 45mila feriti), Gaeta (12mila morti e 5mila feriti) e Taranto (7500 morti e quasi 27mila feriti).
Ma al danno umano va aggiunto quello economico che il blocco di infrastrutture e di centri nevralgici provocherebbe sull’intera Penisola e quello ambientale provocato dal fall out nucleare e dalla persistenza delle radiazioni.
Per la drammatica stima, Archivio Disarmo ha utilizzato il modello di scenario elaborato da Alex Wallerstein e applicato dall’Università di Princeton.
“Prevedere lo scenario peggiore non significa contribuire a determinarlo ma, al contrario, contribuire a prevenirlo”, sottolinea Francesca Farruggia, segretario generale di Archivio Disarmo. Aderendo a un ragionamento che riprende il pensiero strategico classico, basato sul worst case, l’obiettivo di Archivio Disarmo è mettere in guardia nei confronti di una minaccia altamente improbabile, ma terrificante.
Come noi e con molti più mezzi di noi, confidiamo che allo stesso obiettivo stiano lavorando i governi, le organizzazioni internazionali di cui fa parte l’Italia e le Nazioni Unite“, fa sapere Iriad.
“La soluzione al conflitto in Ucraina può essere trovata in una settimana, sostiene, dal canto suo, il presidente bielorusso, Aleksander Lukashenko, in un’intervista all’emittente statunitense Nbc.
“Dipende tutto da Stati Uniti e Regno Unito. Se domani vi rendete conto che dobbiamo sederci al tavolo dei negoziati e trovare una soluzione, credetemi, la troveremo entro una settimana”, ha affermato.
Lukashenko ha poi ribadito che la Bielorussa non ha preso parte alla cosiddetta “operazione militare speciale” russa in Ucraina e non lo farà in futuro.
“In primo luogo, nessuno, e qui intendo la Russia, ci chiede di partecipare a questa operazione e non lo faremo. Lo abbiamo sempre detto. A quanto pare, non volete sentirci. Bene, sono affari vostri”, ha detto.