Marco Damilano condannato per diffamazione: “Raccontare le violenze contro i bianchi non è eversivo”
Marco Damilano è stato condannato a risarcire con 1.500 euro l’avvocato e scrittore Emanuele Fusi per diffamazione. La causa nasce da un articolo del 21 giugno 2020 uscito sul settimanale L’Espresso all’epoca diretto da Damilano e intitolato «Eversione e confusione. Potere rossobruno». Ne dà notizia La Verità, in un articolo di Adriano Scianca. L’articolo del settimanale intendeva denunciare il presunto dilagare di tesi improntate a «iper-razzismo» ed «eugenetica» per preparare la «guerra civile contro la società multietnica», come ricostruisce la sentenza.
Il libro che citava i bianchi come “minoranza globale” era stato definito eversivo dall’Espresso
In tale contesto veniva quindi citato il testo White guilt. Il razzismo contro i bianchi al tempo della società multietnica, di Emanuele Fusi, uscito nel 2019 per i tipi di Passaggio al bosco. Il libro di Fusi veniva accostato dall’Espresso a indicare una strategia eversiva. Il saggio in questione, in realtà, intendeva dimostrare, attingendo ai fatti cronaca, che «nelle politiche portate avanti da Ong, sindacati e partiti di ispirazione liberal-progressista, manca all’appello la difesa di quella che oggi – nostro malgrado – può essere considerata a tutti gli effetti una “minoranza globale”. Parliamo, naturalmente, di coloro che appartengono alla discendenza del gruppo antropologico “europoide”: l’uomo bianco». Una tesi sicuramente forte, comunque controcorrente. L’interpretazione dominante è che il razzismo anti bianco non esista, che sia un «fantasma suprematista», e che chi lo denunci sia inevitabilmente un razzista a sua volta. Un piccolo tassello per smentire questa narrazione è stato finalmente messo.
La sentenza che dà torto a Marco Damilano
Con sentenza 2957/2020 del 29 settembre, il giudice di pace di Lucca ha invece ritenuto che Marco Damilano abbia di fatto diffamato Emanuele Fusi e che “in effetti emerga la gravità, falsità e colpevole leggerezza di ciò che è stato scritto e che esula dal diritto di cronaca”. Il giudice, quindi, ha condannato per diffamazione aggravata l’ex direttore de L’Espresso, il quale dovrà corrispondere all’avvocato Fusi la somma di 1.500 euro a titolo di risarcimento del dannoche dà ragione a Fusi, invece, dall’articolo emerge «la gravità, falsità e colpevole leggerezza di ciò che è stato scritto e che esula pertanto dal diritto di cronaca».
Il precedente della sanzione dell’Agcom
Marco Damilano, nel marzo di quest’ anno, ha rassegnato le dimissioni non condividendo le scelte dell’editore dell’Espresso. Ma poteva un giornalista sempre schierato sulla sponda giusta, rimanere disoccupato? Su Raitre c’è sempre spazio per i compagni fidati. Ora conduttore de “Il Cavallo e la Torre” su Raitre ha siglato un accordo in Rai che prevede duecento puntate a 1.000 euro l’una. Con qualche caduta, non da cavallo, ma di stile come l’intervista a Bernard-Henry Levi in campagna elettorale contro Salvini e Meloni, sanzionata dall’Agcom. Ma a Damilano è tutto permesso.
erminiapellegrinon@gmail.com finalmente si spera che d ora in poi poi sempre più persone denuncino questi saccenti che pensano di poter dire e fare tutto screditando qualsiasi persona che la pensa diversamente da loro.