Marino: «Ho toccato affari importanti e il Pd mi ha fatto fuori. Ho temuto per la mia vita»
Parla di missione incompiuta, di colpo basso del Pd e di Giorgia Meloni come una persona ‘seria’, ‘rigorosa’ che non vuole tornare indietro. L’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, intervistato da Libero, si leva qualche sassolino dopo 7 anni dall’esperienza capitolina. E racconta di essere stato fatto fuori per aver ‘toccato affari importanti’.
Marino contro il Pd: non mi sono piegato alle tessere di partito
“In campagna elettorale, quando mi candidai, avevo detto che avrei scelto le persone sulla base del merito. E non delle indicazioni di partito. E sotto il palco i dirigenti dem applaudivano. Vinsi e iniziai a farlo, con il risultato di inimicarmi tutto il partito. Molti mi detestarono in silenzio, i più coraggiosi – racconta – mi fecero presente che la campagna elettorale era finita e avrei dovuto privilegiare le tessere di partito, anche nella scelta dei tecnici”.
“Essere cacciato dai dem è stata una sconfitta”
Ha cercato di non mollare, racconta sfogandosi contro il Nazareno. “Non mi sono dimesso: essere cacciato con le firme dem dinnanzi a un notaio è stata una sconfitta. Mi sono sentito come un chirurgo costretto ad uscire dalla sala operatoria prima di poter salvare il paziente. Ho avuto il senso della missione incompiuta”. Poi confessa di aver temuto vendette. “Avevo paura di salire in macchina, temevo un incidente. Avevo toccato affari importanti. Soltanto il business dei rifiuti vale un miliardo l’anno. Ero entrato in aspettativa dalla vita, la qualità era diventata inaccettabile”.
Ho avuto paura per la mia vita, ho toccato affari importanti
Impietoso con il Pd che già all’epoca aveva perso la sua vocazione sociale. “Nel 2009, quando mi iscrissi al Pd per candidarmi alla segreteria, già allora aveva del tutto perso il senso della propria missione. Il contatto con il Dna storico, diviso sui diritti civili e del tutto assente su quelli sociali. Sono stati i capibastone del partito a distruggere il patrimonio ideologico della Dc e del Pci, dai quali il Pd era nato”.
La vittoria della destra non lo spaventa
Controcorrente anche sul “caso Meloni”. La vittoria della destra non lo spaventa. “Le parole di Joe Biden”, osserva Marino, “che ammoniscono gli elettori a non far vincere le destre, come accaduto in Italia, sono state strumentalizzate. Tra un mese ci sono le elezioni di mezzo termine in Usa e il presidente si gioca molto. La sua è solo una dichiarazione pre-elettorale, parlava per scacciare il fantasma di Trump”.
In Usa i repubblicani hanno gioito per la vittoria della Meloni
I repubblicani in Usa hanno gioito per la vittoria della Meloni. Per l’ex sindaco di Roma la leader di Fratelli d’Italia non è un pericolo. “Eccetto che sul presidenzialismo che, se bilanciato, riconoscerebbe quanto già è mutato nella dialettica governo-parlamento, ho una visione profondamente diversa da lei su molti temi. Ma le riconosco un percorso serio, disciplinato e rigoroso al punto da portarla in dieci anni dal 2% a essere la leader del primo partito italiano. Ha un’eredità storica pesante che si porta dentro. Ma sono convinto che sia la prima a non voler tornare indietro”.