Meloni strega nella vignetta di Staino. Draghi smentisce la sinistra: nell’Ue solo curiosità, non allarme
I capi di Stato e di governo dell’Ue hanno iniziato a discutere di energia nel Consiglio Europeo informale riunito nel Castello di Praga, dove per l’Italia è presente il premier uscente Mario Draghi. Finora i leader hanno parlato del sostegno all’Ucraina, con l’intervento in remoto del presidente Volodymyr Zelensky. Draghi ha chiarito che sull’energia le cose si stanno muovendo. La Commissione “presenterà al Consiglio Europeo” del 20 e 21 ottobre “una proposta in cui ci saranno i tre elementi, cioè far diminuire i prezzi, avere un elemento di solidarietà nel meccanismo e un inizio di riforma del mercato dell’elettricità”, ha aggiunto.
Draghi smentisce i profeti di sventura
E ancora una volta Draghi ha smentito la narrazione anti-Meloni dei media italiani, affermando che non c’è affatto preoccupazione in Europa per il nuovo governo che verrà. “Quando c’è un cambio di governo c’è molta curiosità, ma non preoccupazione. C’è rispetto della scelta degli italiani e curiosità di sapere quale sarà l’evoluzione del governo, ma in politica estera la linea dell’Italia dovrebbe essere invariata”.
La vignetta di Staino sulla Stampa
Così Draghi ha messo a tacere le voci malevole sulla presunta inadeguatezza dei politici che terranno le redini del paese da qui a breve e sulla loro vocazione anti-Europa. Voci suffragate anche da vignette come quella di Staino sulla Stampa di oggi. La vignetta raffigura una Giorgia Meloni nelle vesti della strega di Biancaneve che inganna l’Italia porgendole una mela avvelenata e dicendo: “Sono Giorgia, fidati. Sono amica di Draghi”.
L’opposizione anti-Meloni si contraddice
Insomma l’opposizione a Giorgia Meloni non sa bene quale strada imboccare: se presentare Giorgia Meloni come troppo amica del premier uscente, se dipingerla come ostile a Draghi sul Pnrr. Se giudicarla troppo atlantista o se disprezzarla in quanto amica di Orban. Contraddizioni evidenti che si tramutano in mal di pancia continui e in giudizi altalenanti che creano nell’area avversa alla destra solo contorsioni dialettiche. Alla fine non resta loro che il solito disfattismo, il tifo anti-italiano, con Enrico Letta che si augura una caduta del governo in tempi brevi.