Migranti, le Ong insistono a fare pressione: sono oltre 800 i naufraghi a bordo di 3 navi
Migranti, proseguono gli sbarchi a Lampedusa, dove 64 persone di origine subsahariana sono riusciti a raggiungere direttamente l’isola. Chi con un’imbarcazione utilizzata per la traversata di cui non c’è nessuna traccia. E chi intercettato dagli uomini della Guardia di finanza che li hanno soccorsi a 2 miglia dal porto. Altri 800 circa attendono di poter sbarcare a bordo di 3 navi Ong. I 453 migranti, soccorsi dal team di Geo Barents. Giusto ieri si è registrata l’ultima operazione dell’equipaggio della nave umanitaria di Msf: in 82, tra cui quattro minori, sono stati evacuati da un barchino sovraffollato partito il giorno prima dalla Libia. E ancora: nelle acque internazionali al largo della Sicilia restano anche i naufraghi soccorsi dall’Humanity1: 179 migranti. A cui si aggiungono i 234 tratti in salvo tra il 22 e il 26 ottobre scorsi nel Mediterraneo centrale dall’Ocean Viking.
Migranti, sono oltre 800 i naufraghi a bordo di 3 navi Ong
Dunque, Alla Ocean Viking e alla Humanity 1 si è unita la Geo Barent di Msf. Tutti migranti partiti dalla Libia. E sono diventate già cinque – sostiene l’Adnkronos – le richieste di un porto sicuro di sbarco inviate alle autorità competenti, compresi il centro di coordinamento dei soccorsi maltese e italiano. La linea del Viminale, in tutto ciò, che il ministro ha illustrato chiaramente nei giorni scorsi, non è quella dei porti chiusi. Ma quella che punta a «rafforzare canali d’ingresso legali», che significa monitorare e arginare l’operato arbitrario delle Ong. E, contestualmente, sensibilizzare e sollecitare maggiore collaborazione dei nostri partners europei sul controllo dei flussi. In modo tale da poter intervenire, contestualmente, sia sulla sicurezza dei migranti, che su quella dei cittadini che accolgono.
Il Viminale chiarisce linea e accordi sulla gestione dei flussi
Per quanto riguarda l’immigrazione, allora, ha precisato nei giorni scorsi il ministro dell’Interno Piantedosi, per il futuro «la linea sarà puntare a che non ci siano navi che trasportano migranti nel Mediterraneo: faremo una forte azione di intesa con i Paesi di origine dei transiti per governare i flussi». «Governare i flussi – ha sottolineato il titolare del dicastero del Viminale – significa fare in modo che siano gli Stati, quelli di origine e destinazione, a governarli. Concedendo a questi Paesi delle quote di flussi di ingresso regolare».
Migranti, l’altolà di Piantedosi alle Ong
Questo tipo di intervento verrà proposto «ai Paesi di origine, che sono la Tunisia, la Libia, l’Egitto, l’Algeria», ha proseguito Piantedosi. Spiegando, sulla gestione dei dossier di sua competenza, che la direttiva del Viminale sulle condotte delle due navi Ocean Viking e della Humanity 1, giudicate non «in linea con lo spirito delle norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all’immigrazione illegale» – e quindi oggetto di un formale richiamo verbale – «è un provvedimento con cui si è voluto certificare che queste due navi si muovevano senza il coordinamento delle autorità di soccorso. Navi che, appunto, battono bandiera di Paesi, rispettivamente Norvegia e Germania, in acque internazionali. E quindi, come notificato da ministero degli Esteri, radicano la competenza e l’assistenza delle persone che raccolgono in questi due Paesi».