Migranti, lo “sgarbo” della Lamorgese al nuovo governo: oltre un miliardo all’accoglienza fino al 2025

19 Ott 2022 10:48 - di Adriana De Conto
Lamorgese migranti

Più di un miliardo destinato al business dell’accoglienza. E’ l’ultimo vergognoso regalo della Lamorgese per l’accoglienza degli extracomuitari fino al 2025. Per l’esattezza un miliardo e trecento milioni. Prima di lasciare il Viminale, mentre il 13 ottobre  facevano ingresso alla Camera e al Senato i deputati e senatori neoeletti, il ministro dell’Interno “vergava l’ennesimo, ingente, stanziamento pro immigrati. Come a lasciare alle sue spalle l’ultimo dispetto prima dell’uscita di scena, senza essere rimpianta da nessuno“. Uno sgarbo per i modi e i tempi.

Lamorgese ci inguaia fino al 2025: oltre un miliardo alle coop per l’accoglienza

Ad informarci nei dettagli di questo pacco-dono confezionato dalla ministra con i soldi nostri in un momento disperato per gli italiani è Libero oggi in edicola. Uno schiaffo e uno sgarbo realizzato dalla Lamorgese : distribuire ingenti denari per un triennio “senza nemmeno il garbo di affidare la pratica in eredità al successore al Viminale.
L’improntitudine al potere fino a un minuto prima di mollare quella sedia dorata dell’Interno”, scrive Francesco Storace. Le cooperative dell’accoglienza festeggeranno.

Lamorgese, il regalino all’immigrazione è uno sgarbo al governo che verrà

Un “regalino” che ha il sapore della provocazione verso il governo che verrà, in primis, verso chi dovrà prendere le redini del Viminale. Il tutto ha il sapore di una sgrammaticatura istituzionale per tempi e modalità. Quella data, 13 ottobre,  firmare un decreto del genere, fuori dai riflettori,  mentre alle Camere c’é il “battesimo” dei neo eletti, non è stato un bel gesto. E mette un’ipoteca sulle scelte dell’esecutivo del futuro.

Il lascito di una ministra criticata da tutti

Il decreto in questione è  il numero 37847 e finanzia progetti «in prosecuzione» dal primo gennaio 2023 fino a tutto il 2025. Tutto ciò avrebbe dovuto e potuto rientrare nella partinenza del nuovo ministro che verrà. E questo gesto della Lamorgese è stata la raffigurazione plastica del lascito di una ministra inefficace e criticata da tutti. Che spesso ha messo in imbarazzo lo stesso Draghi. Ma che comunque ha voluto dare prova di essere ancora lei a comandare. Tutto nasce dalla legge che affida agli enti locali le proposte nell’ambito del «sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non acocmpagnati»; e del “Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo”.

Dalla Lamorgese una corsa contro il tempo e il nuovo governo

Nel 2019 fu emanato un decreto che regolava le modalità per accedere a tali fondi. un decreto per le modalità di accesso ai fondi in questione. Spettava ai comuni presentare al “dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione la domanda di prosecuzione delle proposte progettuale”, con relativi costi. Poi, la pratica sarebbe andata ad un’apposita commissione di valutazione. E infine l’assegnazione da parte del ministero delle relative risorse. “Le graduatorie dei progetti ammessi risalgono al 2020. Ma solo il 7 ottobre scorso le graduatorie sono state verbalizzate a governo ormai in articulo mortis. E la Lamorgese si è sbrigata ad avallare quanto deciso..”. Il tutto, pertanto, lascia intendere che abbia prevalso “una corsa contro il successore”. Una pagina di cui la Lamorgese non dovrebbe andare orgogliosa.

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