Minacce a La Russa, al Municipio VIII il centrosinistra si oppone alla mozione di condanna di FdI

19 Ott 2022 18:45 - di Alessandra Parisi

Solidarietà di facciata negata dai fatti. Pd, 5Stelle e Terzo Polo si sfilano dalla condanna delle scritte e delle minacce di morte rivolte al presidente del Senato, Ignazio La Russa. Da parte di nostalgici delle Br e di gruppi anarchici antifà, che hanno firmato gli insulti. È successo oggi nel municipio ottavo di Roma (che comprende il quartiere Garbatella) dove la maggioranza di centrosinistra non ha aderito alla mozione di condanna presentata dal gruppo di Fratelli d’Italia. Che in una nota denuncia l’episodio “gravissimo” e “vergognoso”.

Minacce a La Russa, Pd, 5Stelle e Terzo Polo non condannano

“Il gruppo FdI Municipio VIII ha presentato questa mattina in Consiglio municipale una mozione di condanna delle scritte apparse sulla sede della Garbatella contro il presidente del Senato Ignazio La Russa. Incredibile ma la maggioranza di centrosinistra e il M5S non hanno aderito. È vergognoso”, dichiarano in un comunicato congiunto il responsabile romano del partito di Giorgia Meloni e neo parlamentare Massimo Milani, il capogruppo in VIII municipio Franco Federici e i consiglieri  Buonincontro,  Mevi, Scimè e Vicino.

Respinta la mozione di FdI. I consiglieri: vergognoso

“Riteniamo sia un atto contrario alla democrazia, evidentemente la solidarietà arrivata nei giorni scorsi da alcuni esponenti del centrosinistra, compreso il segretario del Pd Letta erano di facciata. Così come le condanne arrivate dal Terzo polo. Che anch’esso non ha aderito alla mozione di FdI. Il grave episodio è tra l’altro oggetto di un’inchiesta aperta dalla Procura di Roma. Il centrosinistra che parla di democrazia e di civiltà perde ancora una volta un’occasione per dimostrare con i fatti la propria solidarietà politica di fronte a un gesto allarmante che rievoca gli anni di piombo”. La mozione presentata e respinta  verrà discussa prossimo consiglio di mercoledì prossimo. Sui diversi episodi che hanno avuto come bersaglio la seconda carica dello Stato (scritte e striscioni firmati con la stella a 5 Punte) la Procura di Roma ha aperto un’indagine per i reati di minaccia e oltraggio a un corpo dello Stato. Ma per il centrosinistra il fatto non sussiste. A parti invertite sarebbe successo il finimondo con accuse di pericolo per la democrazia e fiancheggiamento.

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