Mossa elettorale di Biden: grazia i detenuti per droghe leggere. Ma in California la “canna libera” ha fallito

7 Ott 2022 15:18 - di Laura Ferrari
droghe leggere

Joe Biden ha firmato la grazia per tutti i cittadini americani e residenti che sono stati condannati per possesso delle “cosiddette droghe leggere” come la marijuana da tribunali federali. “Ci sono migliaia di persone che hanno precedenti per possesso di marijuana e non riescono a trovare lavoro, casa o opportunità universitarie” ha detto Biden con una dichiarazione affermando che intende “aiutare a alleviare le conseguenze collaterali di queste condanne”.

Al momento non c’e’ nessun detenuto nelle prigioni federali per il reato di semplice possesso. La Casa Bianca esorta i governatori a seguire l’esempio. Ricorda inoltre che con le 6500 persone che avranno beneficio da questa grazia federale, vi sono tuttavia molte più persone che hanno ricevuto condanne a livello statale.

Le minoranze nere e latine hanno chiesto la grazia per i possessori di droghe leggere

Come riferisce il Los Angels Times “gruppi neri e latini, le cui comunità sono colpite in modo significativo dall’applicazione delle leggi sulla droga, sono stati particolarmente espliciti nel chiedere la depenalizzazione della marijuana. Non è sfuggita ai media americani la tempistica dell’annuncio, che arriva 33 giorni prima delle elezioni. “Come ho detto quando mi sono candidato alla presidenza, nessuno dovrebbe essere in prigione solo per aver usato o posseduto marijuana”, ha detto Biden in un video della Casa Bianca sul suo piano, che ha anche esposto in una serie di tweet.

In California, dopo il referendum del 2016, la cannabis è legale. Il risultato? Un vero e proprio fallimento. In quell’anno, venne approvata la proposta referendaria numero 64 che liberalizzava il consumo di marijuana. Non soltanto per uso medico, dato che in California l’utilizzo di questa sostanza sotto prescrizione era già legale dal 1996.

La canna libera in California ha fallito:  l’inchiesta del Los Angeles Times

Una lunga serie di inchieste e di reportage fatta dal Los Angeles Times – scrive Matteo Muzio sul Domani – a partire da inizio settembre ha smontato punto su punto la narrazione dei democratici californiani. A cominciare da un elemento cardine: che la legalizzazione avrebbe drasticamente ridotto le attività criminali. Soprattutto nell’area nota come “Triangolo di Smeraldo”, che si trova a nord di San Francisco. Qui nelle contee di Humboldt, Trinity e Mendocino, le coltivazioni illegali superano di gran lunga quelle legali”. Insomma, con la legalizzazione della cannabis in California, scrive il quotidiano diretto da Stefano Feltri, “si pensava di chiudere un’epoca che aveva ingiustamente criminalizzato le minoranze latine e afroamericane, creando nel contempo nuove opportunità di lavoro per aree depresse. Nulla di tutto questo è accaduto”.  Da tenere presente per gli antiproibizionisti “de noantri”.

Nella foto Ansa, un partecipante al Cannabis Day del 20 aprile scorso a Los Angeles

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