Nobel per la Pace: da Zelensky a Navalny a Greta Thunberg, ecco l’elenco dei ‘papabili’

6 Ott 2022 19:43 - di Angelica Orlandi
Nobel per la Pace

Venerdì 7 ottobre, allo scoccare delle ore 11, da Oslo verrà reso noto il nome del vincitore del Premio Nobel per la Pace 2022. Il più atteso e ambito premio dell’Accademia di Svezia. Un Nobel che quest’anno ha due fili conduttori: l’Ucraina e il clima. Secondo gli esperti, quest’anno a influire sulla scelta dei giurati potrebbe essere il conflitto in corso nel cuore dell’Europa, tra Russia e Ucraina. Prraticamente a due passi da Stoccolma. Proprio per questo motivo tra i papabili al primo posto figura il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, rimasto al suo posto quando tutti lo davano in fuga. E’ dato favorito dai bookmakers. Agli accademici di Svezia spetta una decisione difficile e per certi aspetti paradossale: assegnare il premio per la pace a chi è in guerra.  E quest’anno, in una delle crisi peggiori per l’intero pianeta dalla Seconda Guerra Mondiale, prendere in qualche modo le parti di un Paese che in guerra ci è stato trascinato potrebbe essere un segnale forte per propugnare la pace.

Nobel per la Pace: i favoriti oltre Zelensky

Secondo i bookmaker tra i favoriti c’è anche il quotidiano  The Kyiv Independent,  che dal 24 febbraio è stata la prima fonte di notizie sull’invasione di Mosca . figurano tra i favoriti anche l’anti-Putin, l’oppositore russo  Alexei Navalny che dal carcere fa sentire la sua voce contro la tragedia della guerra; chance pure per  l’oppositrice bielorussa, Sviatlana Tsikhanouskaya, che dall’esilio continua la lotta contro il presidente Alexander Lukashenko e la sua politica di sostegno incondizionato al Cremlino. Tutti anti putiniani “doc”. A questi non poteva mancare  papa Francesco,  voce indiscussa della pace nel mondo.

L’osservatore: decisione difficile e paradossale

A molti osservatori in questa vigilia del Nobel per la Pace appare scontato che il conflitto in corso nel cuore dell’Europa non potrà essere ignorato in questa edizione. Anche se il processo di presentazione delle candidature si è ufficialmente concluso il 31 gennaio. Quindi prima che Vladimir Putin desse l’ordine, il 24 febbraio, di invadere l’Ucraina. A chi sostiene che domani ad Oslo il premio dovrebbe andare a Volodymyr Zelenskyy, c’è chi frappone dei dubbi sul fatto di conferire  il riconoscimento per la pace ad un presidente che, anche se costretto da un’invasione, in questo momento è in armi. “La guerra continua e questo è un fatto”, spiega Dan Smith, analista dell’Istituto internazionale di studi per la pace di Stoccolma. Che suggerisce all’Adnkronos che “forse” Zelensky potrà essere un possibile candidato nei prossimi anni, se “riuscirà ad ottenere la pace per il suo Paese”.

Attivisti anti-Putin tra i premiandi

L’analista comunque non esclude che il comitato tenga conto il fattore Ucraina, magari dando un riconoscimento l’Aiea per gli sforzi che sta facendo per scongiurare un catastrofico incidente nelle centrali nucleari ucraine ormai diventate teatro del conflitto. L’agenzia atomica internazionale è stata già premiata nel 2005, ma questo non costituirebbe un impedimento, dal momento che per esempio la Croce Rossa Internazionale ha ricevuto tre premi Nobel per la Pace.  Smith concorda poi sul fatto che un premio ad attivisti anti-Putin ed anti-Lukashenko sarebbe un segnale forte, un particolare a Tikhanovskaya, definendo la leader dell’opposizione che ha sfidato il regime nelle elezioni del 2020 “un’alleata per la pace”.

Spunta la candidatura di Greta Thumberg

Ma secondo gli osservatori, il comitato di Oslo potrebbe anche non concentrarsi sulla guerra in Ucraina, ma su una tematica, di altrettanta drammatica attualità: il clima e l’ambiente, conferendo  il premio a Greta Thunberg: la giovane attivista svedese che ha lanciato il movimento globale Fridays for future.  Ancora,  l’attenzione potrebbe rivolgersi alle violazioni dei diritti umani della Cina, premiando l’economista uiguro Ilham Tohti; che sta scontando una condanna all’ergastolo per accuse di separatismo; o gli attivisti di Hong Kong Agnes Chow e Nathan Law. In tutto per quest’anno sono state presentate 342 candidature, 251 persone e 92 organizzazioni. Si tratta del numero più alto di candidature dopo il record, 376, registrato nel 2016. Al vincitore andrà un premio di 10 milioni di corone (oltre 917mila euro). Solitamente poi devoluto alla causa per cui il premiato si batte. Dmitry Muratov, il giornalista russo premiato lo scorso anno insieme al Maria Ressa “per la loro coraggiosa lotta per la libertà di espressione in Russia e nelle Filippine”, ha deciso anche di mettere in vendita la medaglia del Nobel per raccogliere fondi destinati ai bambini rimasti feriti nella guerra in Ucraina.

 

 

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