Padre Zanotelli, il “pacifista contro” se la prende con preti e suore: scendano in piazza il 5 novembre

15 Ott 2022 17:14 - di Bianca Conte
Padre Zanotelli

Padre Zanotelli, l’ormai arcinoto missionario comboniano e “pacifista contro”, sarà alla manifestazione del 5 novembre a Roma. Per chiedere la pace in Ucraina. E con l’occasione, suona la sveglia ai “colleghi”, invitando con solerzia preti e suore a fare altrettanto. «È fondamentale una manifestazione popolare senza bandiere di partito. In piazza solo con le bandiere della pace. Devono scendere in piazza anche i religiosi e le religiose», dice il sacerdote in una intervista che non esclude affatto la politica, resa all’Adnkronos. Facendo contestualmente sapere che lui, da parte sua, aderirà con “Digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti”, che organizza da anni sit in e digiuni, in segno di protesta contro presunte “politiche razziste”. Lui, il missionario comboniano caro alla sinistra, che oggi tuona contro il sostegno militare all’Ucraina, ironia della sorte garantito anche dai dem

Manifestazione per la pace, Padre Zanotelli mobilita la piazza

Chissà quale tarlo devastante agita lo spirito di Padre Alex Zanotelli, il missionario combinano più rosso d’Italia. Il pacifista arrabbiato che spara su qualsiasi cosa sappia, anche lontanamente, di stellette. Lui, lo stesso che nel suo curriculum di pacifista e di religioso al servizio caritatevole dell’opera missionaria, oggi insiste sull’importanza di una militanza attiva. Di una pressione popolare e di una partecipazione ad ampio raggio di uomini e donne di fede, perché – spiega nell’intervista – «è fondamentale che la gente si esprima, anche la ChiesaE invece è come se si fossero addormentati tutti».

Suona la sveglia ai religiosi: «Preti e suore devono essere i primi in strada»

«Anche loro – incalza Padre Zanotelli nell’intervista all’Adnkronos – devono scendere in piazza per la pace». Aggiungendo: «Ieri i Frati di Assisi hanno fatto sapere che appoggiano la manifestazione del 5 novembre, ma che non andranno perché non rientra nel loro “ruolo”. Ma i religiosi e le religiose – incalza – devono essere loro per primi in strada, devono partecipare. Il fatto è che la sensibilità di Papa Francesco non è ancora passata nelle comunità cristiane». Ci chiediamo, allora, a quale sensibilità si appellava Padre Zanotelli, quando, a più riprese nel corso degli anni – soprattutto nel giorno in cui l’Italia tutta onora la memoria di quegli eroi – affermava che «i militari vittime dell’attentato a Nassiriya non andrebbero definiti “martiri”?».

Le crociate contro del missionario caro alla sinistra

E a quale spirito di corpo, faceva riferimento il sacerdote trentino, che oggi si appella alla comunità religiosa per esortarne la partecipazione in piazza, quando rispolverando il logoro mantello da “compagno Alex”, metteva nel mirino i cappellani militari, dando vita a una vera e propria crociata, chiedendone l’abolizione? Parole, opere e omissioni, le sue, che screditano il lavoro quotidiano di chi indossa una divisa e ogni giorno, in Italia come all’estero. Di chi rischia la propria vita per la sicurezza e la libertà di tutti. Padre Zanotelli compreso.

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