Primo Osteria – Roma

9 Ott 2022 0:01 - di Redazione

Primo Osteria
Via Castelnuovo di Porto, 4 – 00191 Roma
Tel. 06/95582995
Sito Internet:

Tipologia: tradizionale con spunti creativi
Prezzi: pasta fresca 12/15€, bassa temperatura 14/17€, crudi 12/16€, dolci 6/8€
Chiusura: Lunedì

OFFERTA
Si è trasferita dall’altra parte di Roma questa sedicente osteria, che poi osteria non è: da Circonvallazione Gianicolense a Ponte Milvio la strada è lunga e questo sembra voler essere sottolineato pure da un cambio di rotta sia nel mood del locale che nella cucina, ora di maggiori pretese e con spunti creativi più spinti. L’esito a nostro avviso non è pienamente appagante, con piatti che, se da una parte evidenziano cotture sempre precise, dall’altra sono a volte caratterizzati da sapori “mischiati”, pasticciati ci verrebbe da scrivere, con i singoli ingredienti che perdono identità. Il menù è ben congeniato e diviso in modo originale, per tipologia di cottura e per ingrediente, semplificando così la scelta ai vegetariani; a completarlo tre percorsi degustazione da 3, 5 e 7 portate rispettivamente a 30, 45 e 60 euro, mentre a pranzo ci sono formule vantaggiose per una sosta leggera ed economica. Accolti da un cremoso al formaggio, rapa rossa, sedano rapa, cipolla e tartufo di Norcia servito come appetizer insieme a del pane caldo e burro di Isigny, abbiamo dato il via alla nostra cena con un ceviche di ombrina con latte di cocco, lime, cipolla di Tropea in agrodolce e nachos, un piatto fresco ed equilibrato, per poi proseguire con l’ottimo uovo croccante poché servito con parmigiano e tartufo. Non ci ha invece convinto il riso al salto con zafferano, ricci di mare e gremolada, appagante all’olfatto grazie alla nota iodata, ma piatto al palato in quanto monopolizzato dal sapore della crosticina creata alla base; anche l’altro primo provato, i pici acqua e farina con gamberi, pistacchi e asparagi, non ci ha soddisfatto in quanto pasticciato sia nella consistenza che nei sapori. Meglio è andata con il polpo croccante cotto magistralmente a bassa temperatura, anche se la spuma di patate viola che lo accompagnava ne smorzava eccessivamente il sapore; cottura impeccabile (sempre a bassa temperatura) per il filetto di agnello alla Wellington con crema di carote e pannocchie baby, sebbene la pasta sfoglia che lo avvolgeva era poco cotta. Miglior piatto della serata il dolce, uno strepitoso profiterole con ripieno di crema di limone, cardamomo, pepe di Sichuan, fragoline e frutti di bosco, un dessert dalla spiccata acidità, ideale per concludere un percorso importante, seguito da un caffè dominato dalle note tostate e quindi privo di complessità, servito con della piccola pasticceria. Ultimo appunto sulle porzioni: nel percorso degustazione completo andrebbero dosate con mano più parsimoniosa per permettere all’avventore di portarlo a termine senza difficoltà.

AMBIENTE
Molto originale, con la bella veranda attrezzata di tutto punto e ben protetta che introduce in un contesto dal mood orientaleggiante, con la grande sala divisa in più spazi: sulla destra i tavoli dal piano in legno ben apparecchiati con dei runner, sulla sinistra la zona bar con il grande bancone in legno e dei divani in fondo. Grande plus, vista la zona, il parcheggio convenzionato.

SERVIZIO
Cortese e molto disponibile.

Recensione a cura di: Roma de La Pecora Nera – ed. 2022 – www.lapecoranera.net

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