Pugno duro dell’India: restano in cella i 4 writer italiani arrestati per i graffiti sulla metro

8 Ott 2022 12:39 - di Davide Ventola
writer India

Restano in stato di fermo, nella caserma della polizia di Ahmedabad, in India, i quattro writer italiani arrestati per aver imbrattato con graffiti due carrozze della metropolitana locale. L’udienza preliminare in cui sono comparsi i quattro giovani è servita tecnicamente soltanto per la formulazione delle accuse da parte del giudice: imbrattamento e danneggiamento sono i reati dai quali dovranno difendersi. La difesa dei due abruzzesi, rappresentata su delega a colleghi indiani presenti sul posto, dagli avvocati Vito Morena e Francesca Di Matteo, di Alba Adriatica, ha presentato, tra gli altri documenti, anche una istanza di remissione in libertà su cauzione.

I 4 writer arrestati domenica in India

I quattro weiteri sono stati individuati attraverso l’analisi delle immagini della videosorveglianza e arrestati, la scorsa domenica in India, dalla polizia di Ahmedabad con l’accusa di aver deturpato due carrozze della metropolitana con alcuni graffiti a Apparel Park. Il danno causato sarebbe di circa 50mila rupie, poco più di 600 euro. La Farnesina ha fatto sapere che «il consolato generale a Mumbai segue con attenzione la vicenda» e conferma che i writer sono accusati di «essersi introdotti illegalmente nel deposito della metropolitana della città e di aver imbrattato alcuni treni con vernice spray». «Il consolato generale – assicura la Farnesina- si mantiene in stretto contatto con le autorità locali e con i familiari, prestando ai connazionali e alle loro famiglie ogni necessaria assistenza». I fermati sono Gianluca Cudini 24 anni di Teramo, Sacha Baldo, 29 anni di Monte San Vito (Ancona), Daniele Stranieri 21 anni di Spoltore (Pescara), e Paolo Capecci di 27 annidi Grottammare (Ascoli Piceno).

L’accusa più pesante: il reato di terrorismo per la scritta Tas

Questa mattina i 4 giovani erano chiamati a rispondere per solo uno dei reati contestati. Che è la violazione della proprietà privata, in quanto accusati di essersi introdotti in un’area privata dove era posteggiata la metro, che sarebbe stata inaugurata il giorno successivo.

Si tratta di reato meno grave, mentre l’altra contestazione riguarda un altro procedimento, che riguarda l’aver disegnato dei graffiti con delle bombolette spray su due vagoni del nuovo mezzo pubblico. Sacha era partito la scorsa settimana assieme agli altri tre amici che sarebbero in India con un visto turistico di un mese. Sono arrivati a Mumbai da Dubai la scorsa settimana, mercoledì ma sono sotto indagine anche per altri graffiti impressi in altre città indiane.

Alla polizia i quattro graffitari hanno detto di avere disegnato i murales e le tag (in pratica le scritte che i graffitari usano come parola in codice per distinguersi) “per gioco” e che la scritta “Tas” riportata sui treni significherebbe “tagliatelle al sugo”. Dunque nulla a che fare con minacce contro la nazione né una sigla in codice contro il governo come ipotizzato inizialmente dagli inquirenti indiani. Hanno ricevuto la visita dei funzionari del consolato e sarebbero in buone condizioni.

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