Risolto il cold case di Goeffrey Chaucer: l’autore dei Racconti di Canterbury non commise stupro. Ecco le prove
Non un processo per stupro, ma una causa di lavoro. A oltre 600 anni dalla causa in cui fu coinvolto, decade l’ombra della violenza sessuale che finora ha accompagnato la figura di Goeffrey Chaucer, autore dei celeberrimi Racconti di Canterbury. Gli studiosi Euan Roger, il principale specialista di documenti del periodo medievale presso gli Archivi Nazionali del Regno Unito, e Sebastian Sobecki, professore di letteratura tardo-medievale presso l’Università di Toronto, incrociando documenti e circostanze, hanno infatti dato una nuova interpretazione del termine «raptus» con cui nelle carte del processo del 1380 si indicava il crimine commesso da Chauser in relazione a Cecily Chaumpaigne: non uno stupro, ma uno “scippo” della domestica a un altro datore di lavoro.
Gli studi che assolvono Chaucer dall’accusa di stupro
A mettere in discussione l’accusa di stupro a Chaucer (1343-1400), che nell’ultimo secolo e mezzo è stata un punto fermo degli studi sul grande scrittore e poeta inglese, sono stati gli studi presentati nel corso del convegno degli Archivi Nazionali di Londra intitolato “Geoffrey Chaucer e Cecily Chaumpaigne: ripensare la documentazione” e pubblicati in un numero speciale di The Chaucer Review. Roger e Sobecki hanno scoperto due documenti finora sconosciuti, che secondo loro chiariscono la relazione tra Chaucer e Chaumpaigne e provano che le carte scoperte da Frederick J. Furnivall nel 1873 e dalle quali scaturisce quell’accusa infamante si riferivano in realtà a tutt’altro.
Una interpretazione sbagliata del termine «raptus»
La vicenda è questa: nel 1380 Chaucer fu coinvolto in una causa per il «raptus» di Cecily Chaumpaigne, la figlia di un fornaio di Londra; l’accusa venne alla luce nel 1873, grazie a un documento scoperto da Furnivall, in cui Chaumpaigne scagionava Chaucer da tutte le accuse relative al suo «raptus», termine che ha scatenato annosi dibattiti tra i filologi. Nei documenti legali, infatti, la parola viene usata per indicare lo stupro, ma anche il rapimento e una serie di altri reati.
Così Roger e Sobecki hanno risolto il “cold case” di Chauser
Il primo dei due documenti trovati da Roger e Sobecki è conservato negli archivi del King’s Bench Precepta Recordorum, dove sono custoditi fascicoli processuali vari relativi al 1379-80. Tra questi fascicoli c’è un atto datato 9 aprile 1380 in cui Cecily Chaumpaigne nominava due avvocati per agire a suo nome in risposta a un’accusa mossa da Thomas Staundon in base allo Statuto e all’Ordinanza dei Lavoratori. Staundon l’aveva accusata di aver lasciato il suo servizio come domestica prima della fine del suo mandato (cosa non consentita all’epoca). Peraltro Staundon aveva accusato Chaucer l’anno precedente di «violazione di domicilio e tradimento».
Questo collegamento ha portato Roger e Sobecki a cercare l’atto originale presentato da Staundon, per verificare la natura dell’accusa e chiarire il legame tra Chaucer e Chaumpaigne. Così i due studiosi hanno trovato l’atto nei registri della Cancelleria Reale. Datato 16 ottobre 1379, esso delinea la natura dell’accusa: Staundon sosteneva che «il suddetto Geoff ha ammesso e mantenuto Cecily Champayn, già serva del suddetto Thomas, al suo servizio a Londra, che si è allontanata dallo stesso servizio prima della fine del periodo concordato, senza una ragionevole causa di licenza dello stesso Thomas, al servizio del suddetto Geoff».
Non uno stupro, ma una causa di lavoro
Questo atto che riguarda Geoffrey Chaucer e Cecily Chaumpaigne non ha nulla a che fare, dunque, con lo stupro. Si tratta di una disputa di lavoro. Cecily lavorava per Thomas Staundon, che lasciò prima della scadenza del contratto (contravvenendo alle norme stabilite dallo Statuto e dall’Ordinanza dei Lavoratori), e Staundon la citava in giudizio per averlo fatto e Chaucer per averla allontanata. Roger e Sobecki sostengono, perciò, che il termine «raptus» nella querela del 1380 non si riferiva allo stupro o al rapimento fisico, ma era invece una rappresentazione più metaforica dell’«”atto fisico” di Chaumpaigne che lascia il servizio di Staundon, usando il linguaggio del “rapimento” per rappresentare un trasferimento fisico da una famiglia a un’altra».
Dunque, in sostanza, tutto si riduce al fatto che Chaumpaigne lasciò il servizio di Staundon per quello di Chaucer. Non fu rapita fisicamente, ma più probabilmente fu attirata dalla promessa di un salario migliore. Staundon non gradì la cosa e accusò Chaucer e Chaumpaigne in base allo Statuto e all’Ordinanza dei Lavoratori. Alla fine del caso fu emessa una rinuncia a procedere che utilizzava il termine «raptus» per riferirsi alla partenza fisica di Chaumpaigne da una famiglia a un’altra. Dunque, le “nuove prove” e argomentazioni portate da Roger e Sobecki indicano che il caso di Cecily Chaumpaigne non ha nulla a che fare con lo stupro.
(Foto: fotogramma youtube dal film “I racconti di Canterbury” di Pier Paolo Pasolini)