Roma, antagonisti e collettivi occupano il liceo Albertelli: la rabbia di genitori e studenti
Tutto secondo copione. I centri sociali e i cosiddetti “collettivi” hanno occupato il liceo classico Pilo Albertelli di Roma. L’obiettivo principale è fare il primo test per l’autunno caldo contro il governo Meloni. Le scuse – in aggiunta – sono la lotta contro “la scuola dell’esclusione che produce disagio psicologico” e l’alternanza scuola lavoro. I genitori, sin dalle prime notizie arrivate via Wapp dagli studenti, sono stati a lungo in apprensione. E hanno sfogato nelle chat la loro rabbia. Gli studenti, infatti, hanno trovato – nell’orario di entrata – la scuola sbarrata. Poi gli “occupanti” hanno aperto il portone laterale facendo credere che potevano recarsi nelle classi. Invece, secondo le prime voci circolate, avrebbero costretto tutti – anche spingendoli – a partecipare all’assemblea, così da poter fare foto dall’alto e sembrare numerosi.
Liceo Albertelli, studenti costretti a partecipare all’assemblea
Alcuni studenti si sono nascosti persino nei bagni del liceo Albertelli, altri in palestra. Nel frattempo uno stendardo è stato calato dalle finestre della scuola mentre in strada gli studenti di sinistra hanno iniziato a megafonare. Finalmente, intorno alle 10,30, dopo l’assemblea, gli occupanti hanno “permesso” agli studenti di andar via. Una coercizione inaccettabile, protestano i genitori. «Siamo alle solite, una minoranza aggressiva impedisce agli altri il diritto di partecipare alle lezioni», afferma una madre giunta in fretta e furia sotto l’edificio. «Centri sociali e studenti di sinistra vogliono imporre con la prevaricazione le loro idee, a dispetto di chi non la pensa come loro che, tra l’altro, sono numericamente di più», dice il padre di uno studente, appena sceso dall’auto nei pressi del liceo.
La presenza del centro sociale Osa
Sul posto anche le forze dell’ordine, allertate dal dirigente scolastico. A supportare la protesta c’è il centro sociale Osa: «Condividiamo le rivendicazioni espresse dell’occupazione». Poi la puntualizzazione: «Questa è la risposta migliore alla repressione poliziesca e alla deriva reazionaria che abbiamo visto alla Sapienza. Seguiamone l’esempio e portiamolo in tutte le scuole di Roma per far ripartire la lotta degli studenti. Verso e oltre la mobilitazione nazionale studentesca del 18 novembre. Ogni scuola sarà una battaglia». Già nello scorso anno scolastico un’altra occupazione, con la presenza dei centri sociali. I danni erano stati notevoli, come il preside e i professori hanno dimostrato fotografando le devastazioni al liceo Albertelli.
Ecco una delle immagini dei danni causati dall’occupazione lo scorso anno: