Russia, il dissidente Navalny rischia altri trent’anni di carcere: aperto un nuovo caso.
Non c’è pace per il dissidente russo. Contro Aleksei Navalny è stato aperto formalmente un nuovo caso giudiziario per cui rischia, se condannato, altri 30 anni di carcere. Il dissidente è accusato di aver promosso il terrorismo, l’estremismo, finanziato attività estremiste e riabilitato il nazismo. Tutto mentre era in carcere, come ha reso noto lo stesso Navalny a cui sono stati appena notificati i nuovi procedimenti. Avrebbe agito, secondo l’accusa, con la complicità di Leonid Volkov, Ivan Zhdanov e Liliya Chanysheva, con i video pubblicati sul canale youtube “Politica popolare” “sotto la mia leadership”.
Navalny, la Cassazione conferma condanna a nove anni
Solo due giorni fa la Corte di Cassazione di Mosca ha respinto un appello contro la sentenza che lo ha condannato a nove anni di carcere per frode e disprezzo della corte. Lo ha riferito l’agenzia stampa russa Interfax. Condannato il 22 marzo, mentre stava già scontando un’altra condanna, Navalny si trova ora nella colonia penale n.6 di Melekhovo, dove è stato più volte confinato per lunghi periodi in cella d’isolamento. Fra i principali oppositori del Cremlino, Navalny si è anche scagliato contro la guerra in Ucraina. La comunità internazionale lo considera un prigioniero politico.
Le congratulazioni ai vincitori del Nobel per la Pace
Aleksei Navalny, che era considerato fra i candidati favoriti per il Premio Nobel di quest’anno, nei giorni scorsi si era congratulato con i vincitori, Memorial, il Centro ucraino per le libertà civili e il dissidente bielorusso, in carcere come lui, Ales Bialitaski.
«Se mi avessero chiesto a chi assegnare il Premio, non solo quest’anno, ma anche negli ultimi anni, avrei detto al Centro per i diritti umani Memorial. E’ una grande organizzazione. Vi lavorano persone straordinarie e leggendarie. Sono le persone come loro la speranza del nostro Paese», aveva scritto Navalny in una serie di tweet, dopo aver appreso in carcere, la notizia. Il dissidente russo si era congratulato anche con Bialiatsky e la “Primavera” bielorussa (Viasna, primavera, è il nome dell’organizzazione che ha fondato, per aiutare le vittime di repressioni).