Scanzi folle di rabbia vomita insulti su insulti: Meloni “pesciarola querula”. Berlusconi “caimano nano”
Più che un articolo è uno sfogo sciatto e livoroso quello vergato da Andrea Scanzi sul Fatto di oggi. Che come al solito confonde il legittimo dissenso con la propensione all’insulto, che non è un diritto ma mancanza di stile e segnale di debolezza.
In ogni caso Scanzi si libera di tutta la sua bile in un solo pezzo, dopo aver visto che la lite Berlusconi-Meloni si è ricomposta. Per lui è la mazzata finale. Quindi, scrive, “in uno dei momenti più drammatici della Storia recente, l’Italia se ne sta masochisticamente inchiodata nelle pastoie di una squallida baruffa chiozzotta tra un’urlatrice nera e un caimano al crepuscolo“. Si è trattato di una “rissa miserrima tra Fratelli di Ricino e Forza Gasparri” che però, anche se a lui dispiace tantissimo, è finita con una pace che condurrà alla formazione del governo Meloni.
Scanzi confessa tutto il suo disappunto: “La mestizia è tale che una come la Meloni, la stessa che fino a ieri urlava sguaiata in Spagna (e non solo in Spagna) come una pesciarola querula o se preferite come una Pillon bionda e non meno retrograda, passi ora per statista perché par resistere ai ricatti del Berlusca”. E si spinge fino a negare ogni qualità politica alla leader della destra: “Certo che la Meloni è più preparata di Salvini (vale per tutti o quasi) e più seria di Berlusconi (idem), ma è una gara così al ribasso che forse la vincerebbe persino il Poro Asciugamano in ciabatte”.
Lo sfogo continua con un finale catastrofico: “La Russa (Ignazio) al Senato, Fontana (Lorenzo) alla Camera, la Meloni a Palazzo Chigi: mancano solo le cavallette e la bomba atomica (quest’ ultima, peraltro, potrebbe pure arrivare). Gli italiani, per dirla con un francesismo, “si sono fatti la frusta per il loro culo” (complimenti!) e il governo che verrà sarà un Frankenstein vomitevole di cariatidi destro-centriste e tecnici draghiani“. Questa la rabbiosa conclusione di Scanzi. Ma c’è un particolare: le sue invettive ormai non risultano neanche più offensive, ma solo ridicole, al pari dei capricci di un monello maleducato e perennemente frustrato.