Schiaffo alla Boldrini, arriva la nota di Palazzo Chigi: Giorgia Meloni va chiamata “il Presidente”

28 Ott 2022 18:30 - di Monica Pucci

Fine delle polemiche, almeno si spera. Con una nota ufficiale, il massimo dirigente degli uffici del nuovo premier ha indicato ai ministeri, quindi a tutti gli uffici della pubblica amministrazione, che Giorgia Meloni va chiamata “il Presidente del Consiglio”. E’ quanto si legge in una comunicazione firmata dal segretario generale della presidenza del Consiglio, Carlo Deodato, inviata a tutti i ministri del nuovo governo di centrodestra e successivamente puntualizzata, con l’eliminazione del “signor” su espressa indicazione della Meloni.”

La dicitura “il Signor Presidente del Consiglio dei Ministri”, spiega Palazzo Chigi – “è stata adottata dagli uffici della Presidenza in quanto indicata come la più corretta dall’Ufficio del Cerimoniale di Stato e per le Onorificenze. Tuttavia, il Presidente del Consiglio, On. Giorgia Meloni, chiede che l’appellativo da utilizzare nelle comunicazioni istituzionali sia ‘Il Presidente del Consiglio dei Ministri”.

La Meloni è “il signor Presidente”, scrive Palazzo Chigi

Il testo rimbalzato sui social al momento non è stato commentato da Laura Boldrini, che da giorni combatte la più inutile delle battaglie per la “femminilizzazione” delle cariche, sulla scorta di quanto iniziato nel 2013, quando fece sapere di essere molto irritata “perché ogni giorno mi sento chiamare ‘signor presidente’, ogni singolo giorno. E basta”!”. Deliri, come ha avuto modo di far notare Vittorio Feltri.

L’uso è corretto anche secondo l’Accademia delle Crusca

Polemiche, quelle delle femministe di sinistra, che non trovano fondamento nel parere dell’Accademia della Crusca, secondo cui “i titoli al femminile – aveva spiegato all’Adnkronos il presidente Claudio Marazzini – sono legittimi sempre, e quindi è giusto dire ‘la’ presidente, ‘la’ premier (ma se possibile eviterei l’inutile forestierismo), ‘la’ prima ministra. Chi usa questi femminili accetta un processo storico ormai ben avviai. Ma chi invece preferisce le forme tradizionali maschili ha comunque diritto di farlo, secondo l’opzione che fu a suo tempo di Giorgio Napolitano, che preferiva ‘il presidente della Camera’ anche se era una donna, Laura Boldrini, e come la stessa presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, che scelse il maschile non marcato”.

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