«Se non paghi, ti cucino quella faccia da porco»: scoperto a Monza il giro di usura italo-libico
Minacce, pestaggi, interessi anche del 200%, debiti lievitati fino quasi a decuplicarsi. Sono gli elementi di un’indagine condotta dai carabinieri di Desio, in provincia di Monza e Brianza, e che ha portato alla scoperta di un giro di usura ed estorsioni messo su da alcune famiglie di origine libica in combutta con «altri clan di pregiudicati» sia italiani sia marocchini. Cinque le persone arrestate, sulle quali gravano gravi indizi di colpevolezza. Dieci, invece, le vittime identificate nell’ambito di una attività investigativa che ha consentito di «collegare tutti gli indagati», hanno spiegato i carabinieri, a un unico «giro capace di “autoalimentarsi”, creando a cascata dei veri e propri “debitori perenni”».
«Se non paghi, ti cucino quella faccia da porco che hai»
«Se a fine mese non sei pronto, vedi te come ti cucino quella bella faccia da porco che hai» è una delle frasi, riportate in una nota dei carabinieri, che gli aguzzini rivolgevano alle proprie vittime. L’indagine, denominata “Fax”, è durata tre anni e dal 2019 ha consentito di ricostruire il «giro» criminale in cui finivano stritolati i debitori e dal quale non riuscivano più a tirarsi fuori. Le vittime, infatti, non riuscendo a pagare il primo ingente debito, venivano indirizzare dal proprio creditore ad altri componenti del clan per reperire il denaro necessario a liberarsi di lui. Per gli investigatori si trattava quindi di «un vero e proprio “consorzio” di soldi a strozzo con interessi anche del 200%».
A Monza il consorzio di usura italo-libico
Gli approfondimenti dei carabinieri della stazione di Limbiate, coordinati dalla procura di Milano, sono scattati dopo una perquisizione all’interno di alcune abitazioni di Limbiate, occupate da famiglie di origini libiche che «nel corso degli anni – hanno spiegato i carabinieri – hanno allacciato vincoli di parentela e amicizia con altri clan di pregiudicati, sia italiani che di origine libiche e marocchine». All’arrivo dei carabinieri, i soggetti sottoposti a perquisizione avevo iniziato a gettare dai balconi pacchetti con all’interno Rolex d’oro e mazzette di soldi.