Sgarbi: “La grande cultura del ‘900 è a destra. Ora si valorizzi il patrimonio genetico della nazione”

13 Ott 2022 9:28 - di Sara De Vico

Il Parlamento dovrà fare a meno di Vittorio Sgarbi. Sconfitto da Casini nel collegio di Bologna. “Sarà un’aula sorda e grigia”, scherza a colloquio con Aldo Cazzullo. Nella lunga intervista sul Corriere si parte dalla prima volta a Montecitorio nel ’92 e poi aneddoti noti e meno noti, giudizi tranchant e provocazioni culturali. Consigli a Giorgia Meloni. E ambizioni ministeriali.

Sgarbi: quando entrai in Parlamento c’erano i comunisti

“C’erano ancora i comunisti, di cui diventai subito amico. Bellissimi: Napolitano, Chiaromonte, Reichlin, Trombadori, che era più craxiano di Craxi”, dice Sgarbi degli esordi alla Camera. E ricorda quando fu notato da Berlusconi. “Fui il solo, quando Bettino chiamò a correi tutti i deputati per Tangentopoli, ad alzarmi a dire che aveva ragione lui” Stesso gesto eclatante per Andreotti. “Dalla tribuna di Palazzo Madama gridai “assassini!” ai senatori democristiani che votavano per mandarlo a processo per mafia”, ricorda ancora compiaciuto.

Anche nel 2001 si gridava al fascismo. Li affrontai

Poi l’esperienza di sottosegretario alla Cultura nel 2001. “La destra aveva vinto nettamente, come oggi. E, come oggi, mezza Europa gridava al fascismo; in particolare i francesi. Li affrontai”,  in occasione del Salone del libro di Parigi. “Per il nostro stand feci ricostruire la Biblioteca palatina di Parma: la più bella del mondo. Catherine Tasca, figlia del fondatore del Pci, ministra della Cultura, che aveva giurato di non stringere mai la mano a Berlusconi, a me la strinse. Ma dietro di lei c’erano i centri sociali, aizzati dallo scrittore Philippe Sollers e dal mio amico Bernard-Henri Lévy, che fecero una gazzarra pazzesca. Finimmo su tutte le tv d’Europa”.

La Meloni deve fare un gesto forte di riconciliazione

Fu un’esperienza illuminante per Sgarbi che in quell’occasione capì la necessità di un gesto  forte di riconciliazione. E lo fece. “Il grande museo della civiltà ebraica di Ferrara. Approvato all’unanimità dal Parlamento, primo firmatario Franceschini. Ora la Meloni dovrebbe fare la stessa cosa”, dice Sgarbi a Cazzullo. “L’errore fatale del fascismo furono le leggi razziali. Il nuovo governo dovrebbe erigere memoriali nei luoghi delle storiche comunità ebraiche spazzate via dalla deportazione: Pitigliano, Livorno, il ghetto di Venezia, Casale Monferrato…”.

La cultura del ‘900 è a destra. Ora vanno rivendicati gli antenati

Segnali forti per  spiazzare e mettere a tacere le accuse. “Giorgia è cristiana? Celebri Giovanni Testori, di cui nel maggio prossimo cade il centenario della nascita. E poi Antonio Delfini, con il suo Manifesto per un partito conservatore e comunista”. Dopo la riconciliazione la sfida culturale. “La destra italiana finora è stata definita da un’identità dannata. Ora deve rivendicare gli antenati. Perché la grande cultura del Novecento italiano è a destra”. L’elenco è lungo. “Pirandello e Marconi. Giuseppe Berto e Alberto Burri, che erano insieme nel Fascist Criminal Camp in Texas: irriducibili. Ma anche tanti conservatori: Giovanni Guareschi, Giorgio De Chirico, Ennio Flaiano, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Carmelo Bene, Elémire Zolla, Cristina Campo, Augusto Del Noce”.

Meloni è sexy e ha vinto. Letta non è sexy e ha perso

L’idea di fare il ministro lo solletica. Ma non della cultura, del Patrimonio. Come in Francia. “Un ministero che si occupa dei beni: musei, chiese, quadri. Per farli diventare idee. Il patrimonio genetico della nazione”, spiega rimpiangendo il modello di Spadolini.” Fu lui a volere il ministero dei Beni Culturali. In cui dopo hanno infilato di tutto: turismo, spettacolo, sport… Ora la Meloni dovrebbe tornare alla tripartizione spadoliniana”. Infine un accenno al sesso della politica. “Una cosa che mi ha insegnato il mio unico maestro: Francesco Cossiga. Un leader deve essere sexy, nel senso di attrattivo, seduttivo. Craxi era sexy, Berlusconi era sexy. Letta non è sexy, e ha perso. La Meloni è sexy, e ha vinto».

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