Sondaggisti concordi: la Meloni decisionista «non sbaglia un colpo». Ora FdI è al 28%
«Il potere logora chi non ce l’ha», recita la massima più citata di Giulio Andreotti. Vero o falso, poco importa. Di certo, il potere (inteso come funzione di governo) sembra far bene a chi ancora non l’ha ma sta per riceverlo. Almeno così dicono alcuni sondaggisti a proposito di Giorgia Meloni, il cui consenso continua a lievitare anche dopo la fine della campagna elettorale. Adesso FdI è quotato al 28 per cento. Certo, c’è l’effetto “luna di miele“, ma anche altro. A sentire Antonio Noto, che ha registrato un incremento a favore di Fratelli d’Italia pari al 2 per cento, si tratterebbe di «una crescita dovuta non ad una transizione di voti da altri partiti ma ad una assunzione di voti dal bacino degli astenuti». Tradotto, significa «che una parte dell‘elettorato che non è andato alle urne, oggi voterebbe Fratelli d’Italia».
«Il “non sono ricattabile” è piaciuto al 2% di astenuti»
«FdI, in particolare Meloni – spiega Noto -, sta facendo breccia sugli astensionisti. È infatti il partito che prende consensi in misura maggiore. Il modo di fare della Meloni piace, è credibile, quindi porta consenso». Su quale sia stato il gol decisivo della leader di FdI, Noto non ha dubbi: la replica a Berlusconi in cui diceva di «non essere ricattabile». Per molti è stata la prova della volontà della leader della destra di mantenere «la barra dritta puntando su un governo di competenti». «È come se non avesse sbagliato un colpo ma – aggiunge il sondaggista -, per usare un esempio calcistico, siamo ancora in fase riscaldamento». Determinanti in tal senso, secondo Noto, saranno i primi cento giorni, da lui definiti «il primo tempo» della partita e da come in quel lasso di tempo affronterà i dossier più scottanti.
«La Meloni attesa dal dossier bollette»
A cominciare da inflazione e bollette, tema – questo – che «sul consenso batte anche la questione tasse». Concorda con Noto anche Fabrizio Masia. Come il suo collega, anch’egli è convinto che la replica a Berlusconi abbia incrociato il consenso di un bel numero di elettori. «Lo scenario – dice – è quello di Meloni che sta cercando di mantenere la barra dritta per un governo forte e credibile. La frase “non sono ricattabile” sta andando in questa direzione». Ne è conferma indiretta l’offuscamento dell’immagine del Cavaliere «dopo l’episodio del Senato». Ma c’è tempo per riparare. «L’atto di andare alla sede di FdI – conclude infatti Madia -, è un chiaro segnale di volontà di dialogo del leader di Forza Italia per trovare un’intesa e partire con il governo».